Nel corso della nostra storia, intorno al 1880, quando si cominciò a parlare del suffragio universale, si disse: non c’è bisogno di darlo a tutti, lo avranno a mano a mano tutti quelli che andranno alla scuola elementare.
Basterà introdurre l’istruzione elementare obbligatoria e dare il diritto di voto non in base al censo, ma in base alle capacità (il livello di istruzione).
Oggi l’Italia è uno dei Paesi europei con il minor numero di laureati in rapporto alla popolazione. E siamo il penultimo Paese in Europa per conoscenza di una lingua straniera.
Continua a leggere l’intervista a Sabino Cassese pubblicata sul quotidiano il Messaggero del 26 giugno.