Come rendere 10 milioni di cittadini partecipi alla costruzione delle politiche pubbliche cittadine? Con oltre i due terzi della popolazione globale che, entro il 2030, vivrà in agglomerati urbani di medie e grandi dimensioni, il tema della partecipazione entra di diritto tra le grandi sfide con cui dovranno misurarsi le amministrazioni municipali. Seoul propone un progetto visionario: coinvolgere i residenti, attraverso una piattaforma digitale, alle decisioni collettive che riguardano la città. L’idea di fondo è promuovere la condivisione e la diffusione dei dati relativi al tessuto urbano, rendendo i cittadini consapevoli dell’impatto sociale ed economico delle loro azioni quotidiane.
Il 55% della popolazione mondiale vive in aree urbane. Si stima che, entro il 2030, due terzi della popolazione mondiale popolerà le città di tutto il mondo. Milioni di individui che condividono spazi vitali, l’accesso ai servizi, oltre che opportunità di sviluppo individuale e professionale. Per gli amministratori locali, questi cambiamenti rappresentano altrettante sfide, di cui due sembrano particolarmente importanti:
La prima: garantire il funzionamento delle grandi città che amministrano. Nel farlo, i sindaci dovranno evitare di comprimere – anzi, se possibile, dovranno migliorare – la qualità della vita dei residenti. Il gioco a incastro tra sviluppo umano, urbano e ambientale è affascinante, ma anche complesso.
La seconda sfida per le amministrazioni locali consiste nella capacità di coinvolgere tutti i cittadini nella costruzione delle politiche pubbliche. È anche questa una sfida complessa. Se, infatti, il livello di fiducia per gli amministratori locali è generalmente più elevato rispetto a quelli nazionali (in Europa, ad esempio, si attesta al 45%, contro il 21% dei consensi raccolto dai governi nazionali) è vero anche che questa fiducia è minata dai processi innescati dall’urbanizzazione. Le diseguaglianze economiche in aumento, ad esempio; oppure i ritardi nel processo di integrazione culturale. Il ritardo o l’incapacità nella gestione delle molteplici crisi innescate dall’urbanizzazione accresce potenzialmente la delegittimazione degli amministratori locali.
La città di Seoul è al lavoro su un progetto visionario che ambisce a risolvere entrambe le sfide, coniugando efficienza e democraticità dei processi decisionali. Il progetto mira a coinvolgere ciascuno dei 10 milioni di residenti di Seoul, attraverso una piattaforma digitale, alla costruzione delle decisioni collettive che riguardano la città. In che modo? Il perno intorno cui è costruito il progetto di automazione digitale del Seoul Metropolitan Government riguarda l’aggregazione dei dati. Si tratta, in altre parole, di progettare una sola piattaforma digitale cui convergano, in tempo reale, tutte le informazioni generate dal tessuto urbano. I dati sui trasporti, la qualità dell’aria, l’andamento dell’economia locale, la sicurezza e la gestione delle emergenze, dopo essere raccolti e aggregati, vengono condivisi con la popolazione, con lo scopo di renderla informata sulle dinamiche urbane e, al tempo stesso, partecipe. Alcuni dettagli del piano:
In una prima fase, è previsto il cablaggio di tutta l’area urbana entro il 2022. Il cd. “Smart Seoul Network, o “S-Net,” garantirà a tutti i cittadini accesso libero, gratuito e ad alta velocità a Internet. Al cablaggio seguirà l’installazione di sensori intelligenti per la rilevazione dei dati. L’amministrazione cittadina intende monitorare tutte le attività in corso in città, in qualsiasi momento. Dall’illuminazione stradale, alla disponibilità di parcheggi, fino alla geo-localizzazione degli abitanti – necessaria per rilevare, ad esempio, informazioni sulla salute pubblica.
La seconda fase è la più ambiziosa: rendere i dati accessibili ovunque, a chiunque, in città, per accrescere la qualità dell’informazione tra la popolazione e, di conseguenza, il tasso di partecipazione. È un esperimento sociale senza precedenti. Altre città , tra cui la stessa Seoul con l’iniziativa “Sharing City”, hanno avviato e sostengono progetti mirati alla raccolta di informazioni sulla città, da trasformare in indicatori. Tra i tanti esempi ci sono Barcellona, con la Fab Initiative, oppure Chicago. La grande differenza rispetto alle iniziative citate è che, nel caso di Seoul, l’obiettivo non è solamente quello di garantire alla popolazione l’accesso ai dati, ma in certa misura “strumentalizzare” quei dati per incentivare la partecipazione dei cittadini.
Da qui il claim dell’iniziativa, che accarezza l’idea di una città con tanti sindaci quanti sono gli abitanti. Se il progetto dovesse funzionare, a completamento dello stesso, i cittadini saranno coinvolti su due livelli. Contribuiranno, anzitutto, alla raccolta dei dati, prevalentemente attraverso la diffusione di informazioni, per il tramite della tecnologia portatile, in merito ai loro spostamenti e abitudini quotidiane. Questa possibilità di conoscere in qualsiasi momento le informazioni relative al tessuto urbano, li renderà partecipi una seconda volta, nel momento in cui accetteranno di modificare le proprie scelte e preferenze in funzione di queste informazioni. Una popolazione nell’ordine di milioni, che convive responsabilmente entro il medesimo contesto geografico, è una popolazione di micro-decisori: sindaci che contribuiscono al benessere collettivo.