Un contributo della Banca d’Italia al dibattito sull’euro digitale

Un paper della Banca d’Italia di recente pubblicazione si inserisce nel complesso dibattito sullo sviluppo dell’euro digitale. La pubblicazione conferma come il tema continui a essere al centro dell’attenzione delle banche centrali di tutto il mondo, con un “attivismo” che – da ultimo – si è propagato in Europa, anche sull’onda lunga della pandemia. Nel contributo, l’istituto di via Nazionale sviluppa una proposta che combina due piattaforme innovative, nel tentativo di incrementare i benefici e mitigare gli svantaggi associati alle diverse soluzioni tecnologiche attualmente disponibili.

 

Prosegue il dibattito sull’introduzione delle Central bank digital currency (CBDC) e sulle possibili soluzioni tecnologiche che ne consentirebbero l’accesso al pubblico (ne abbiamo parlato QUI e QUI).

In Europa, il tema è di recente venuto alla ribalta dopo l’avvio, da parte della BCE, di una fase di analisi della possibile configurazione dell’euro digitale e dell’impatto che questo potrebbe avere sul funzionamento dell’Eurosistema e dei sistemi di pagamento. In questo contesto, lo scorso mese di luglio, la Banca d’Italia ha pubblicato un interessante contributo nel quale propone una possibile soluzione tecnologica, inserendosi nel dibattito in corso forte della notevole esperienza maturata grazie ai sistemi TARGET2 e TIPS.

La prima parte del paper è dedicata alla descrizione del concetto di CBDC e alla rassegna delle iniziative in tema sinora intraprese dalle maggiori banche centrali del mondo. Si richiama l’ormai famoso money flower proposto inizialmente da Bech e Garratt e utilizzato anche dalla BIS in una delle più significative pubblicazioni in tema: un’immagine di colorati cerchi che si intersecano e che definiscono le possibili forme di moneta digitale alla luce delle varie combinazioni di criteri nodali e di funzionamento, tra cui il livello di accessibilità, l’ente di emissione e l’uso effettivo. In questo variegato contesto, il contributo si sofferma su un’ipotesi di CBDC potenzialmente capace di sostituire il denaro contante, ovvero un mezzo di pagamento emesso da una banca centrale in forma digitale e disponibile per l’uso da parte del pubblico in genere.

Concentrandosi sul contesto europeo, gli autori espongono quindi le proprie visioni in merito alla capacità dell’euro digitale di supportare gli obiettivi dell’Eurosistema. Si nota, al riguardo, come l’introduzione della valuta digitale avrebbe implicazioni per tutte le funzioni proprie del sistema monetario comune, tra cui la politica monetaria, la stabilità finanziaria e dei sistemi di pagamento. Ulteriori impatti riguarderebbero, ancora, tanto ulteriori elementi ricompresi nelle logiche di funzionamento e salvaguardia del sistema finanziario – tra cui la lotta al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio – quanto profili connessi all’ordine socioeconomico generale – tra cui il sistema fiscale, la sostenibilità ambientale e l’indipendenza tecnologica in chiave strategica. Il contributo non manca di mettere in luce i potenziali benefici che scaturirebbero dall’introduzione dell’euro digitale, pur tenendo conto delle notevoli implicazioni per l’attuale architettura del sistema finanziario – specie con riguardo al ruolo delle banche nella creazione di moneta –, strettamente connesse alle effettive modalità di funzionamento della moneta stessa.

Sulla base di queste premesse, la seconda parte del paper sviluppa un’ipotesi concreta di euro digitale, le cui caratteristiche si propongono di garantire l’equilibrio tra rischi e opportunità associati a una così radicale trasformazione della valuta. Gli autori sottolineano come essa dovrebbe essere sviluppata in maniera tale da consentire all’Eurosistema di continuare a perseguire i propri obiettivi e adempiere al proprio mandato, minimizzando i potenziali rischi per la configurazione attuale del sistema finanziario e assicurando la convivenza con il contante. In particolare, l’ipotesi presentata combina un sistema account-based con un regime token-based, dando così forma a un modello integrato.

Sotto il primo versante, gli autori propongono uno sviluppo del modello TIPS, un’infrastruttura di mercato che, sin dal 2018, consente il settlement in tempo reale dei pagamenti istantanei in valuta di banca centrale, ventiquattro ore al giorno, per tutto l’anno. TIPS+, infrastruttura di base del nuovo euro digitale, consisterebbe in una piattaforma centralizzata contenente conti individuali anonimizzati (ovvero, posizioni intestate a degli pseudonimi contrassegnati da un codice univoco) accessibili mediante dei gatekeepers, ovvero intermediari finanziari incaricati di identificare gli utilizzatori e registrarli nel sistema. La piattaforma sarebbe integrata da un’interfaccia API, che consentirebbe agli intermediari di sviluppare servizi di pagamento evoluti verso l’utenza, sfruttando le informazioni disponibili all’interno della piattaforma stessa. In estrema sintesi, TIPS+ permetterebbe l’esecuzione delle transazioni al proprio interno, distinguendo tra utenti retail – le cui posizioni verrebbero gestite esclusivamente dagli intermediari – e utenti business/merchants.

Sotto il secondo versante, la soluzione sviluppata fa leva su un’ulteriore piattaforma denominata itCoin, fondata sulla tecnologia blockchain DLT. In estrema sintesi, la piattaforma avrebbe due livelli: ad un primo livello, accessibile solo agli intermediari, tutte le transazioni verrebbero registrate nel ledger della piattaforma stessa con la validazione dell’Eurosistema (on-ledger); ad un secondo livello, tramite il concetto di payment channel network analogo ai nodi della rete internet, anche singoli privati avrebbero la possibilità di eseguire transazioni tra di loro, mediante trasmissione di specifici codici crittografati (off-ledger).

Le affascinanti soluzioni proposte lasciano ancora aperti numerosi interrogativi. L’Eurosistema ha già avviato la sperimentazione di alcune possibili soluzioni per lo sviluppo dell’euro digitale, come ulteriormente descritto all’interno del paper con notevole approfondimento tecnico. Le possibili opzioni di policy sono infatti numerose, e le caratteristiche specifiche del nuovo euro digitale dipenderanno dagli esiti della ricerca di un delicato equilibro tra i molti e complessi interessi in gioco. Appare però certa, ormai, la prosecuzione del cammino verso un mondo in cui il nostro rapporto con il denaro sarà sempre più immateriale, in cui la moneta sarà fattore economico sempre più invisibile, ma non meno cruciale.

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