Fermo restando quanto previsto dall’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 2 dicembre 2020, n. 158, nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 sull’intero territorio nazionale si applicano le misure di cui all’articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2020.
Comincia così il decreto legge numero 172 del 18 dicembre scorso, che regolerà la vita privata e pubblica di 60 milioni di italiani.
Mi domando: possiamo avere fiducia in uno Stato e in un governo che, nel dettare una norma tanto importante per la vita quotidiana di tutti noi, fa riferimento ad un atto amministrativo (un dpcm), ma lascia salvo un altro decreto legge? Era necessario un grande sforzo per ripetere – se necessario – il contenuto di quegli altri provvedimenti?
Io penso che agli autori di questi orrori giuridici sia riservato un apposito girone dell’inferno.
Continua a leggere l’intervista a Sabino Cassese pubblicata sul Messaggero dello scorso 20 dicembre.