In un libro molto istruttivo, curato da Domenico De Masi e intitolato L’emozione e la regola. I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950 (Laterza, 1989), Domenico De Masi e Massimo Meniconi osservavano che agli inizi del secolo scorso nella città di Vienna si affermarono, contemporaneamente, la musica dodecafonica, l’architettura “moderna”, la filosofia del linguaggio, la pittura astratta, la psicanalisi, l’epistemologia e il design.
Per un cinquantennio, dal 1880 al 1930, Vienna fu all’avanguardia del mondo.
Continua a leggere la recensione di Sabino Cassese al volume di Janek Wasserman, I rivoluzionari marginalisti. Come gli economisti austriaci vinsero la battaglia delle idee, Neri Pozza, 2021, pubblicata sulle pagine culturali del Sole 24 Ore del 30 maggio.