Fascicolo n. 1 - 2013 gennaio / marzo

Articoli


Il costituzionalismo oltre i confini dello Stato

L’articolo ricostruisce i diversi strumenti adottati per far fronte all’emergere di poteri nell’arena globale. Una prima strada è quella di una forte «torsione extraterritoriale» del potere statale. Una seconda è la creazione di agenzie di regolazione da parte degli Stati, collocate ora dentro, ora fuori la complessa organizzazione delle Nazioni Unite. Una terza strada, forse ad oggi la più proficua, è quella che mira ad estendere la salvaguardia dei diritti fondamentali della persona. Una quarta via, infine, più ambiziosa, intende raccogliere e organizzare le strade precedenti in un’unica mappa, quella di un assetto di governo sovrastatale, organizzato secondo le regole democratiche: tale sfida riguarda ormai ogni ramo del diritto pubblico, da quello amministrativo a quello costituzionale.

I diritti sociali nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo

L’articolo esplora la possibilità per la Corte Edu di giocare un importante ruolo nella garanzia dei diritti sociali. Partendo dalla tradizionale dicotomia tra diritti civili e politici e diritti sociali, la ricerca di concentra sulla capacità di Strasburgo di trasformare norme «programmatiche» della Carta sociale europea in norme «precettive» della Convenzione. Se le possibili sovrapposizioni tra questi due trattati del Consiglio d’Europa ostacolarono in origine l’interpretazione evolutiva della Cedu, a causa della carenza di giurisdizione della Corte Edu sulla Carta sociale, negli ultimi anni le sinergie tra i due strumenti sono cresciute. Nonostante ciò, il catalogo dei diritti sociali tutelabili attraverso la Cedu è assai meno completo di quello apprestato dalla Costituzione italiana. Il che non significa che Strasburgo non possa contribuire alla tutela dei diritti sociali in Italia, come già accaduto nei confronti dei cittadini non comunitari. Ulteriori evoluzioni capaci di rendere la giurisprudenza Cedu una fonte più ricca di spunti possono giungere grazie all’aumento di sinergie tra la prassi del Comitato europeo dei diritti sociali e quella di Strasburgo, nonché grazie all’integrazione dei cataloghi tra Convenzione e Carta di Nizza, ove molti dei diritti della Carta sociale hanno trovato riconoscimento.

La giustizia amministrativa in Italia: un dualismo a trazione monista

Il percorso di sviluppo del sistema italiano di giustizia amministrativa è descritto in questo saggio nei termini di un «dualismo a trazione monista». La concezione liberale monista, risalente in Italia al 1865, è rimasta sempre latente nel sistema e, paradossalmente, la sua presenza ha plasmato il sistema dualistico italiano, agendo come fattore propulsivo del suo progressivo perfezionamento: dapprima, nel periodo formativo del sistema, la prospettiva di un controllo giurisdizionale sull’azione amministrativa esercitato dal giudice ordinario ha stimolato per reazione la stessa creazione di un giudice (speciale) in grado di sindacare l’esercizio del potere pubblico; poi, in tempi più recenti, quella medesima prospettiva ha incoraggiato il legislatore a rendere tale giudice sempre più indipendente e sempre più efficace e autosufficiente nell’assicurare piena tutela al cittadino nell’ambito delle controversie di diritto pubblico. Il traguardo di un simile percorso potrebbe essere rappresentato dalla affermazione di un «giudice ordinario specializzato» per il controllo dell’esercizio del potere amministrativo: un giudice divenuto cioè indipendente quanto un giudice ordinario, ma al tempo stesso rimasto «interferente» quanto un giudice speciale.

Il Presidente della Repubblica in tempo di crisi

L’articolo prende le mosse da alcuni dati della recente realtà storico-politica sui quali esiste un ampio consenso: l’esistenza di una grave crisi; l’esercizio di un ruolo incisivo da parte del Presidente della Repubblica. La tesi che viene sviluppata nell’articolo è che tra i due fenomeni esista una relazione e, in particolare, che nel nostro sistema parlamentare repubblicano in tempo di crisi, il Presidente della Repubblica assuma la pienezza delle funzioni ad esso espressamente riconosciute in Costituzione. La situazione di crisi, infatti, sembra agire indebolendo i diversi fattori che sono in grado di limitare il ruolo e i poteri del Presidente, facendone emergere un’autonoma legittimazione e sembrando far assumere un carattere duale all’esecutivo. Si suggerisce infine che tale espressione dualista dell’esecutivo non costituisca un’eccezione, ma probabilmente la fisiologica manifestazione di una forma di governo parlamentare nell’ambito di un sistema repubblicano in tempo di crisi.

Gli impegni nel diritto italiano della concorrenza: un’analisi empirica a cinque anni dalla loro introduzione

Gli impegni sono stati introdotti in Italia dalla legge n. 248 del 2006, che ha aggiunto l’articolo 14 ter nella l. 10 ottobre 1990, n. 287. Di ispirazione statunitense, prima, e comunitaria, poi, tale istituto era molto atteso anche in Italia, soprattutto perché considerato uno strumento attraverso cui sarebbe stato possibile snellire le procedure antitrust e correggere più velocemente le distorsioni alla concorrenza rilevate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. A distanza di sei anni, è stato quindi possibile verificare se le promesse sono state mantenute e, in particolare, analizzare che impatto hanno avuto sull’attività dell’Autorità in termini, ad esempio, di durata dei procedimenti, di numero di sanzioni irrogate, di contenziosi sollevati dalle parti. Inoltre, è stato possibile confrontare l’esperienza italiana con quella comunitaria e mettere in evidenza le differenze e i punti di similitudine nell’uso di tale strumento. Infine, è stato possibile valutare se gli impegni, grazie alla loro estrema flessibilità e alla possibilità di essere «concordati» con le parti, abbiano anche rappresentato un’occasione per avvicinare l’Autorità antitrust ad un autorità di regolazione dei mercati.

Studi Storici


Sabino Cassese, Lo Stato come problema storico

L’articolo esamina in prospettiva storica lo Stato quale forma di potere pubblico. Nonostante il suo straordinario sviluppo lungo l’arco di cinque secoli, lo Stato ha subìto, solo nel corso del ventesimo secolo, ben tre crisi. A ciò si aggiunge la crisi della riflessione sullo Stato, che è iniziata da almeno un decennio. Ricostruite le principali trasformazioni istituzionali collegate a queste crisi, in particolare quella, ancora in corso, innescata dalla globalizzazione, l’analisi si incentra sullo Stato italiano, sulla sua storia e sulla sua carente storiografia. Tra gli elementi costanti della storia statale italiana emergono la distanza tra Stato e opinione pubblica, le contraddizioni della costruzione di uno Stato unitario, l’alternarsi tra continuità e cesure. Lo Stato si caratterizza per il modo in cui organizza, al suo interno, i rapporti Stato-cittadini: in Italia si registra invece una continua distanza tra società e Stato.

Rivista bibliografica


Giulio Napolitano, Uscire dalla crisi. Politiche pubbliche e trasformazioni istituzionali, Bologna, il Mulino, 2012 (recensione di Marco Onado)
Diletta Tega, I diritti in crisi: tra corti nazionali e Corte Europea di Strasburgo, Milano, Giuffrè, 2012 (recensione di Cesare Pinelli)
Elisabetta Lamarque, Corte costituzionale e giudici nell’Italia repubblicana (di Marco Ruotolo)
Maria De Benedetto, Mario Martellli e Nicoletta Rangone, La qualità delle regole (di Marco D’Alberti, Giacinto della Cananea)
Enrico Michetti, La motivazione del provvedimento amministrativo impugnato: la convalida e l’integrazione (di Giulia Mannucci)
Loredana Ferluga, La riforma del lavoro pubblico: merito e responsabilità garantiranno produttività ed efficienza? (di Valerio Talamo)
Monica Delsignore, Il contingentamento dell’iniziativa economica privata: il caso non unico delle farmacie aperte al pubblico (di Orlando Roselli)
Note bibliografiche a cura di Stefano Battini, Lorenzo Casini, Sabino Cassese, Rita Perez, Davide Ragone, Aldo Sandulli, Mario Savino, Giulio Vesperini

Notizie


Un convegno su storia e diritto per i quarant’anni dei quaderni fiorentini (Giulia Maria Labriola e Aldo Sandulli)
Un seminario sulla condizione giuridica dello straniero nella giurisprudenza costituzionale (Mario Savino)
Un convegno su «Misurare il diritto» (Francesca Bongiovanni)
Il rapporto annuale del Conseil d’État: Les agences (Nicoletta Rangone)
La riforma della valutazione della ricerca in Francia (Fabio Di Cristina)