Oggetto della ricerca è, da un lato, la dirigenza statale in generale, dall’altro, gli ex-allievi della Scuola superiore della pubblica amministrazione. L’analisi è stata condotta sulla base dei dati esistenti, in quanto già rilevati o disponibili presso le amministrazioni, e di nuovi dati rilevati, in modo sistematico o a campione, attraverso questionari e interviste con dirigenti di diverse amministrazioni.
La ricerca si è concentrata sui sei seguenti punti. In primo luogo, si è inteso fornire una descrizione completa della dirigenza, dal punto di vista della provenienza geografica, della formazione, dell’età, degli studi e del grado di internazionalizzazione (lingue straniere, esperienze all’estero) delle modalità ed età di accesso, nonché dell’intensità del ricambio.
In secondo luogo, ci si è soffermati sugli sviluppi delle carriere, sotto diversi profili, dalla velocità degli sviluppi, anche in rapporto ai caratteri prima indicati e in rapporto alle varie amministrazioni, alla mobilità, sia interna che tra le amministrazioni.
In terzo luogo, si è esaminata la distribuzione tra gli uffici e, quindi, tra le diverse attività delle amministrazioni: tra Presidenza del Consiglio, ministeri e altre amministrazioni; tra centro e periferia, anche a seguito del decentramento e della riforma del Titolo V; tra uffici che svolgono attività finale e uffici che svolgono attività strumentale; tra uffici di staff e uffici di line.
In quarto luogo, si è considerato il ruolo dei dirigenti nella filiera decisionale delle amministrazionistatali, sia nelle norme sia nella prassi. Per valutare il reale peso dei dirigenti, si sono analizzate l’ampiezza e la durata degli incarichi dirigenziali, le competenze dei gabinetti e quelle degli uffici di line, i bilanci dei rispettivi uffici e il rapporto con i politici.
In quinto luogo, ci si è concentrati sui rendimenti della dirigenza, sia in termini di efficienza sia in termini di affidabilità. A tal fine, si è tenuto conto dei risultati delle valutazioni e dei controlli interni, dei casi di attivazione della responsabilità dirigenziale, dei procedimenti penali e delle relative condanne, dei procedimenti disciplinari e delle relative sanzioni.
Infine, si evidenziano alcune tendenze delle quali è utile valutare l’intensità e i caratteri: la sindacalizzazione e l’associazionismo, gli incarichi esterni e i distacchi, le forme di lavoro flessibile. I profili menzionati sono considerati sia in termini generali, sia con particolare riferimento agli ex-allievi della Sspa, e consentono di individuare, nell’ambito della dirigenza pubblica, il “sotto-insieme” composto dal personale formato dalla Scuola, di descriverne i caratteri e definire i punti di forza e di debolezza della formazione da essa assicurata.
La ricerca è stata finanziata dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione – Roma.
Pubblicazioni: La dirigenza dello Stato ed il ruolo della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, a cura di B.G. Mattarella. Il volume riunisce i contributi di M. Simoncini (Standard internazionali di qualità e formazione della dirigenza nazionale) L. Saltari (Formazione e selezione dei dirigenti pubblici nell’ordinamento statale, negli ordinamenti regionali e negli altri Stati) B. Cimino (Il nuovo ruolo della dirigenza e il nodo della selezione),E. Midena (La dirigenza degli organi costituzionali) B. Argiolas (L’evoluzione dei modelli di reclutamento e formazione della Sspa) V. Milani (L’impatto della Scuola superiore della pubblica amministrazione sulla dirigenza dello Stato) F. Di Cristina (Gli ex allievi della Scuola superiore della pubblica amministrazione nel panorama della dirigenza pubblica italiana: alcune evidenza empiriche) ed una appendice statistica sugli allievi dei corsi-concorso della Sspa curata da F. Di Cristina e M. Simoncini.