Negli ultimi decenni, i beni culturali hanno assunto un sempre maggior rilievo non solo in ambito nazionale, ma anche internazionale. In primo luogo, i beni culturali si caratterizzano per essere una testimonianza di civiltà, non necessariamente ancorata ad una identità locale o nazionale. Infatti, anche se sono i singoli Stati a individuare i beni, ciò non toglie che il valore di cui questi sono portatori e la fruizione di questo valore si collochino su un piano universale. In secondo luogo, l’esistenza di un’apposita organizzazione internazionale all’interno dell’Onu, l’Unesco, preposta alle politiche di tutela del patrimonio culturale dell’umanità, conferma la vocazione ‘internazionale’ dei beni culturali. In sostanza, l’universalità del valore culturale di cui i beni sono portatori non può non avere ricadute sul regime giuridico degli stessi. Non a caso, per evidenziare le evoluzioni e le trasformazioni del diritto amministrativo, si fa spesso ricorso al diritto dei beni culturali. Esso, infatti, si caratterizza sia per la compresenza di istituti di diritto privato con altri propri del diritto pubblico, sia per la molteplicità dei livelli di fonti normative (internazionale, comunitario, nazionale, regionale). Si può affermare, quindi, che i beni culturali pongono problemi giuridici che coinvolgono non solamente gli Stati, ma anche un livello di governance sovranazionale, come quello dell’Unione europea, e internazionale, come nel caso dell’Onu, ma anche globale, se riferita, ad esempio, al ruolo dei privati e delle organizzazioni non governative nel settore della cultura o, anche, al concetto stesso di ‘fruizione’.
La ricerca è stata condotta intorno a quattro aree tematiche: la circolazione dei beni culturali; i profili organizzativi; la fruizione; il ruolo dei privati. Ognuna di queste aree è stata strutturata in modo articolato secondo due principali esigenze: da un lato, approfondire gli aspetti riguardanti l’ambito internazionale dei beni culturali, con particolare riferimento alla dimensione globale (commercio internazionale, attori coinvolti, ecc.); dall’altro, incentrare l’analisi sugli aspetti applicativi, soprattutto al fine di individuare possibili forme di intervento nel settore dei beni culturali.
Sono trattati i seguenti argomenti. Per la circolazione, la cooperazione tra istituti culturali (regole e prassi) il commercio ultrastatale, i rimedi alla circolazione illecita; per i profili organizzativi, il sistema Unesco e la protezione del patrimonio mondiale dell’umanità, il ruolo delle organizzazioni non governative in ambito internazionale, gli strumenti di controllo; per la fruizione, le politiche internazionali e le modalità di gestione e di accesso; per il ruolo dei privati, infine, il modello della fondazione nel sistema nazionale dei beni culturali e in prospettiva comparata.
La ricerca è stata finanziata dalla Fondazione Vodafone Italia. Il gruppo di ricerca è stato coordinato da Lorenzo Casini.