Il principio di distinzione tra politica e amministrazione, com’è noto, sottrae la sfera della gestione amministrativa agli organi di governo, cui attribuisce esclusivamente funzioni di indirizzo e controllo. Tale orientamento di riforma, affermatosi nel corso degli anni Novanta, ha imposto anche un adeguamento del ruolo e della disciplina degli uffici di staff, posti alle dirette dipendenze del vertice politico delle pubbliche amministrazioni. Quanto più il vertice politico deve astenersi dall’intervenire nella gestione amministrativa, tanto più i suoi uffici di staff devono risultare distinti e differenziati rispetto agli uffici cui la gestione amministrativa è esclusivamente riservata. In altri termini, la separazione tra politica e amministrazione preme per una più pronunciata separazione tra staff e line. Fino a che punto questi indirizzi legislativi hanno trovato conferma negli atti normativi con cui ad essi è stata data attuazione nelle amministrazioni pubbliche? E, soprattutto, sono stati poi coerentemente interpretati ed applicati nella prassi amministrativa? La ricerca ha cercato di rispondere a tali interrogativi.
La ricerca, inizialmente finanziata dal Miur e da varie sedi universitarie, è proseguita con un finanziamento della Compagnia San Paolo. Il gruppo di ricerca è stato composto da circa venti ricercatori, coordinati da cinque professori ordinari di diritto amministrativo, sotto la direzione di Sabino Cassese.