Ogni due anni l’università di Cambridge mette in palio una borsa di studio per premiare l’idea più originale in merito a un tema di attualità. Nel 2016 il “Nine Dots Prize” chiedeva ai partecipanti di riflettere sull’impatto delle tecnologie digitali sulla politica. Il vincitore, James Williams, nel suo libro – “Stand Out of Our Light” – ragiona sui concetti di neutralità e distrazione applicati alla società di massa.
L’equivalente inglese dell’espressione italiana “prestare attenzione” è “to pay attention”, ossia pagare l’attenzione. Con cosa esattamente scegliamo di pagare quando consentiamo alla tecnologia digitale di distrarci da altre occupazioni? Inizia così il libro di James Williams, già consulente di Google, e vincitore ne 2016 del Nine Dots Prize bandito dall’Università di Cambridge. Il prezzo dell’attenzione, risponde Williams, si misura in termini di distrazione. Consentiamo alla tecnologia di distrarci attratti dalla possibilità di ricevere una sorpresa, una piccola gratificazione: un nuovo messaggio di posta elettronica, un’offerta particolarmente vantaggiosa, oppure un articolo interessante. Lasciamo, più o meno volontariamente, che la distrazione intervenga su più livelli.
La distrazione funzionale, la forma più comune di distrazione, opera a un livello superficiale della nostra attenzione. È rappresentata dalle notifiche che appaiono sugli schermi dei cellulari, dei computer, degli orologi di ultima generazione e, più in generale, di qualsiasi prodotto digitale connesso al web. I possessori di cellulari con sistema Android, da soli, sono “bombardati” ogni giorno da circa da 11 miliardi di notifiche. I milioni di utenti che usano un account di posta elettronica GMail sanno bene che le notifiche, generalmente di colore rosso, in alto a destra degli schermi, segnalano l’arrivo di nuovi messaggi.
C’è poi una distrazione strategica, più profonda, prodotto di strategie aziendali, ma anche governative. Lo scopo di questo genere di distrazione è quello di diluire l’attenzione collettiva, spostando il fuoco del dibattito su temi nuovi, e diversi, rispetto a quelli di maggiore attualità. Il governo cinese, ad esempio, è in grado di intervenire sui social network con un volume di 428 milioni di post giornalieri, “fabbricando” così forme di distrazione collettiva dell’opinione pubblica, senza bisogno di censurare le voci critiche, che passano così in secondo piano.
Gli effetti prodotti dalla costante distrazione collettiva possono essere, alla lunga, devastanti per la tenuta dei sistemi politici contemporanei, soprattutto di quelli democratici. Williams tenta, nella parte conclusiva del libro, di offrire una ricetta per salvaguardare l’attenzione individuale e di gruppo, proponendo una tassonomia delle tecnologie esistenti e della presa che queste hanno sulla nostra attenzione. È, forse, la parte più debole del testo – che però non mette in discussione il valore di un testo snello, che offre una prospettiva originale al dibattito in corso sul ruolo della tecnologia nella società contemporanea.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.