Il secondo comma dell’articolo 27 della Costituzione dispone che l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Paradossalmente, quindi, la presunzione di innocenza è alla base dello stesso processo e della giustizia. Solo l’ordine giudiziario, e solo a mezzo di un processo può dichiarare un accusato colpevole.
Questo principio è stato travolto in Italia dall’affermazione di quello che può chiamarsi un verso e proprio quarto potere, le procure. Queste non si limitano all’accusa ma, sostanzialmente, giudicano. Basti pensare alle conferenze stampa in cui si vedono procuratori che annunciano, con titoli altisonanti, le accuse.
Continua a leggere l’intervento di Sabino Cassese pubblicato sul Giornale del 15 settembre.