Nel difficile negoziato di ieri al Consiglio europeo di Bruxelles non erano in ballo soltanto l’importo dei fondi da assegnare al Recovery Fund, la loro ripartizione tra sussidi a fondo perduto e prestiti da restituire, l’ammontare degli sconti di cui i paesi “frugali” godono nei loro contributi al finanziamento comunitario, ma anche tre principi essenziali, che possono condizionare il presente e il futuro dell’Unione europea.
Questi principi sono: il rispetto dello Stato di diritto, il riconoscimento di un “potere di borsa” all’Unione e le procedure per il controllo sui fondi distribuiti agli Stati.
Continua a leggere l’intervento di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della sera del 21 luglio scorso.