Il ministero è parte del governo e, quindi, dell’esecutivo, ma una gran parte del ministero è occupata da magistrati, in particolare le posizioni apicali.
Il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è un magistrato. Viene collocato fuori ruolo. Viene nominato dal governo. È sottoposto al potere di indirizzo e controllo del ministro, in contrasto con la posizione personale del magistrato, che – dispone la Costituzione – “è soggetto soltanto alla legge”.
Quindi, c’è un difetto che sta nel manico: i magistrati sono scelti per giudicare, ma vengono assegnati a compiti amministrativi, per cui non sono idonei perché non addestrati, né specializzati a questa funzione.
Poi, fanno parte di un ordine autonomo, quello giudiziario, ma vengono messi al vertice dell’apparato amministrativo, che è parte del potere esecutivo. Che ne penserebbe Montesquieu, se fosse tra di noi?
Continua a leggere l’intervista a Sabino Cassese pubblicata sul quotidiano il Foglio del 12 maggio.