Marzo 1953: Enrico Mattei, neopresidente dell’ENI, si dimette da deputato della Repubblica per intraprendere la sua avventura industriale

Enrico Mattei (Acqualagna, 1906 – Bascapè, 1962) fu uno dei protagonisti di maggior spicco del “miracolo italiano” del dopoguerra. Dopo aver preso parte alla Resistenza nelle fila dei partigiani cattolici e aver fatto parte del comando militare centrale del CLN, Mattei, alla testa di un immenso corteo, sfilò con Parri, Longo e Cadorna, nella Milano appena liberata dai nazifascisti il 5 maggio 1945. Entrò poi a far parte del Consiglio nazionale della Dc, mentre dal 1945 veniva nominato anche commissario generale dell’Agip (l’azienda creata dal fascismo per la ricerca petrolifera), con l’incarico iniziale di smantellarla quale ente inutile. Viceversa Mattei, preso atto dello stato dell’azienda, la risanò e la rilanciò nel campo allora ancora trascurato della ricerca del metano, intuendo la presenza nell’area padana di importanti giacimenti di idrocarburi. Nel 1953, per merito di Mattei che lo concepì e che fortemente lo volle realizzare, fu creato l’ENI, l’Ente nazionale idrocarburi, un ente pubblico economico del quale lo stesso Mattei fu subito nominato presidente. Ne venne, grazie al modello organizzativo di tipo nuovo e alla intelligente politica delle assunzioni, una spinta decisiva alle attività di ricerca delle risorse petrolifere e in genere allo sviluppo dell’intero settore. Contemporaneamente Mattei promuoveva quella che è stata definita come una vera e propria politica estera personale, solo in parte condivisa dai governi italiani dell’epoca, volta ad intrecciare rapporti di amicizia e collaborazione coi paesi emergenti del Terzo mondo, detentori di grandi riserve di petrolio, onde creare la base per una alimentazione energetica che si sarebbe rivelata fondamentale per lo sviluppo dell’industria italiana. Di qui la concorrenza (divenuta presto un vero conflitto) con le grandi multinazionali (le potenti “sette sorelle”, come si definivano all’epoca) sino ad allora dominatrici del mercato. Nel giro di meno di un decennio l’ENI, organizzato secondo criteri modernissimi e diretto da un gruppo dirigente giovane ma di eccezionale qualità, si affermò non solo in Italia come un’impresa modello; e Mattei vi assunse un ruolo rilevantissimo, non solo nel campo industriale, influenzando in modo spesso decisivo le politiche governative. Il tragico incidente aereo di Bascapè, il 27 ottobre 1962 (un episodio sul quale gravano ancora molti sospetti), impedì il proseguimento sotto la guida del suo ideatore di quello che si può chiamare “il progetto Mattei”.

Le poche righe qui riportate, tratte dagli “Atti parlamentari” del marzo 1953, riguardano il momento iniziale, quello del congedo di Mattei dalla carica di deputato, incompatibile con la presidenza del nuovo ente. Le parole di rito contengono però in sintesi quello che fu il disegno di questo grande imprenditore pubblico.

Presidente – Mi è pervenuta dall’onorevole Enrico Mattei la seguente lettera datata 4 marzo 1953:

“Onorevole Presidente, la legge sulle incompatibilità parlamentari, ora promulgata, mi impone di scegliere tra l’ufficio di deputato e le cariche da me coperte nelle aziende statali che si occupano delle ricerche petrolifere.  Ritengo mio dovere non abbandonare le imprese alle quali ho dedicato negli ultimi anni con grande amore la miglior parte delle mie forze. Quantunque i risultati conseguiti dall’attiva ripresa dopo l’ultima guerra nel campo degli idrocarburi siano ragguardevoli c confortanti, molto resta da fare per consolidare ed ampliare le opere e le iniziative che sicuramente contribuiranno al miglior assetto dell’economia nazionale e daranno agli enti dello Stato l’orgoglio di avere aperto nuovi e impreveduti orizzonti al lavoro ed alla tecnica. Risolvo pertanto di rinunciare al mandato parlamentare, non senza un profondo rammarico: ma, nel medesimo tempo, con la fiducia di potere così assolvere ad altre responsabilità nell’interesse del paese.

La prego, signor Presidente, di prendere atto delle dimissioni che ho l’onore di rassegnarLe e di accogliere l’espressione del mio deferente e memore ossequio. Enrico Mattei”.

AP Camera , Leg. I, Discussioni, tornata del 5 marzo 1953, p. 46839.