Il 27% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono dedicate alla transizione digitale, sviluppata lungo due assi: la banda ultra-larga e la trasformazione della PA in chiave digitale. Altri fondi sono destinati dal Piano all’innovazione digitale di infrastrutture, il fisco, sicurezza, sanità pubblica, turismo e cultura, sistema scolastico e ricerca universitaria. L’Osservatorio propone una ricognizione dei principali interventi di digitalizzazione del PNRR, del loro impatto sulle amministrazioni, dei tempi di realizzazione e del confronto con misure analoghe adottate da altri paesi europei. In questo post presentiamo la strategia in tema di dati ed interoperabilità. Il PNRR prevede uno stanziamento pari a 0,65 miliardi di euro al fine di attuare una interconnessione tra le basi dati delle pubbliche amministrazioni e migliorare la qualità dei servizi pubblici digitali.
La strategia per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione contenuta nel PNRR prevede un importante investimento in tema di interoperabilità dei dati.
Il fine è quello di migliorare la qualità dei servizi pubblici offerti, valorizzando l’enorme patrimonio informativo detenuto dalla pubblica amministrazione, il cui utilizzo è in molti casi ancora caratterizzato da inefficienze dovute ad un mancato coordinamento tra i diversi enti pubblici interessati.
Ciò ha spesso determinato un ulteriore costo ed un aggravio burocratico per i cittadini e le imprese, con frequente disapplicazione della norma generale di cui all’art. 18, co. 2 della Legge 7 agosto 1990, n. 24, la quale impone invece l’acquisizione d’ufficio dei documenti già detenuti da altre amministrazioni.
L’investimento contenuto del PNRR, pari a 0,65 miliardi di euro, prevede l’istituzione di una Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), al cui interno ciascun ente potrà rendere disponibili le proprie informazioni attraverso un catalogo di interfacce digitali (le c.d. Application Programming Interface – API).
L’interoperabilità delle banche dati condurrà ad una sensibile riduzione dei costi di gestione per la pubblica amministrazione nel suo complesso e ad un drastico abbattimento dei tempi di condivisione. I cittadini e le imprese potranno accedere ai servizi pubblici sulla base del principio “once only”, fornendo quindi in un’unica soluzione le informazioni necessarie alle diverse amministrazioni interessate.
Secondo quanto previsto dal nuovo art. 50-ter del Codice dell’Amministrazione Digitale, l’Agenzia per l’Italia Digitale adotterà le Linee guida con cui saranno definiti gli standard tecnologici e i criteri tecnici per la gestione della PDNP, nonché il processo di accreditamento e di fruizione del catalogo API.
Le linee guida integreranno ed aggiorneranno quanto già stabilito dall’Agenzia con l’approvazione della Linea di indirizzo sull’interoperabilità tecnica delle Pubbliche Amministrazioni, che individua le tecnologie e gli standard tecnici cui le pubbliche amministrazioni devono attenersi nella realizzazione dei propri sistemi informatici al fine di assicurare il coordinamento informativo e l’efficace scambio dei dati.
A tal riguardo, l’Agenzia si adopererà per predisporre un nuovo Modello di interoperabilità, come peraltro già previsto dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione 2020-2022, allo scopo di fornire il catalogo delle API e dei corrispondenti servizi pubblici disponibili attraverso una interfaccia di accesso unica.
L’implementazione della PDND consentirà inoltre all’Italia di rientrare a pieno titolo nell’iniziativa europea riguardante lo Sportello unico digitale europeo (Single Digital Gateway), introdotto dal Regolamento UE 1724/2018, il cui obiettivo è uniformare a livello europeo l’accesso ad alcuni servizi pubblici ritenuti di particolare importanza, al fine di fornire dei canali di assistenza effettiva per tutti i cittadini dell’Unione, soprattutto in ottica transfrontaliera.
Già in passato nel contesto europeo si è inteso dar vita ad un nuovo quadro di riferimento comune per l’interoperabilità dei dati delle pubbliche amministrazioni attraverso l’istituzione di un European Interoperability Framework (EIF), incluso nella Strategia di attuazione del Quadro europeo di interoperabilità adottata dalla Comunicazione (COM(2017)134) della Commissione Europea.
La Comunicazione evidenzia il ruolo chiave del settore pubblico nella realizzazione del mercato unico digitale europeo, rappresentando questo più di un quarto dell’occupazione totale e contribuendo per circa un quinto al PIL dell’Unione Europea mediante l’indizione di appalti pubblici.
In questo senso, le risorse finanziarie previste dal PNRR per l’interoperabilità dei dati potranno comportare un deciso miglioramento della qualità dei servizi pubblici nazionali, anche nella direzione di una maggiore interconnessione digitale con altri servizi simili a livello europeo.
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