Alessandro Di Battista ha dichiarato «stop alle lottizzazioni partitiche per tutte le nomine pubbliche».
Gli ha fatto eco Davide Casaleggio proponendo di sottoporre a consultazione degli iscritti al M5S, sulla piattaforma Rousseau X, le «migliaia di nomine pubbliche su cui il Movimento può agire in questi mesi» per renderle «più trasparenti e ispirate alla meritocrazia».
Una volta si chiamava sottogoverno e i vecchi partiti venivano criticati per qualche centinaia di nomine, ora divenute migliaia, sulle quali la consultazione dei poco meno di 120 mila iscritti al M5S darebbe garanzia di scelta secondo il merito. Queste proposte contengono due errori. Una parte di quelle nomine riguarda posti che andrebbero soppressi.
Per esempio, l’attività di supporto all’attuazione delle riforme pubbliche, di promozione dell’innovazione e di selezione per l’accesso al settore pubblico, affidate al Formez, associazione con personalità giuridica privata, finanziata dallo Stato, deve necessariamente dipendere da un presidente come l’ex ministro dei Beni culturali, del M5S, o non potrebbe essere affidata a un organo statale, come la Scuola nazionale di amministrazione?
Continua a leggere l’editoriale di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 17 ottobre.