Le sfide dell’intelligenza artificiale: pubblicato il rapporto dell’Aspen Institute

Il 26 giugno è stato presentato alla Camera il primo Rapporto annuale sull’intelligenza artificiale (2024) elaborato dall’Osservatorio permanente sull’adozione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale istituito da Aspen Institute Italia in collaborazione con Intesa San Paolo. Molti gli aspetti dell’IA esaminati: tra questi, le implicazioni etiche e socio-economiche, le sfide energetiche e di sostenibilità e gli effetti sul sistema economico italiano.

Il Rapporto sull’intelligenza artificiale, realizzato dall’Osservatorio permanente sull’adozione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale dell’Aspen Institute Italia in collaborazione con Intesa San Paolo, offre un’analisi approfondita dell’evoluzione, degli effetti e delle prospettive future di questa. In particolare, esamina i recenti progressi scientifici in tema di IA generativa, una nuova forma di IA capace di elaborare contenuti nuovi e originali. Ne esistono diversi tipi, come i generatori di testo in testo, di testo in immagine, di immagine in immagine e di immagine in testo, e con molteplici ambiti di applicazione.

Molte le sfide e i rischi. Una particolare attenzione è stata posta sugli aspetti etici e socioeconomici che non possono essere trascurati. La mancanza di una cultura digitale sufficientemente diffusa aumenta il rischio di un’utilizzazione impropria della tecnologia. La scarsa comprensione delle capacità generative dell’IA può indurre, per esempio, a riporre troppa fiducia nel materiale digitale reperito online. I recenti sviluppi, anche normativi, richiedono che le imprese adottino approcci responsabili nei confronti dell’IA al fine di aumentare la fiducia degli utenti, ridurre i rischi associati a un uso non etico e promuovere soluzioni efficaci e sostenibili. Questione centrale è poi l’evoluzione del lavoro e l’individuazione delle competenze necessarie per affrontare le sfide professionali del futuro. Formazione e istruzione saranno necessarie per l’adattamento ai cambiamenti resi possibili dall’IA.

Il suo progressivo sviluppo pone poi importanti sfide energetiche e di sostenibilità ambientale. L’addestramento di modelli avanzati di grandi dimensioni richiede importanti risorse computazionali, con significativo impatto ambientale e di emissioni di Co2. Occorre dunque porsi come obiettivo che l’innovazione tecnologica sia compatibile con la sostenibilità ambientale, riducendone l’impronta ecologica. Potrebbe essere opportuno sviluppare modelli più verticalizzati e di dimensioni più piccole che possano offrire prestazioni elevate ma con un impatto ambientale inferiore.

Il Rapporto approfondisce, inoltre, la cornice normativa relativa all’IA e ai dati a livello europeo. L’IA Act e il Data Act assumono un ruolo centrale. Il primo, in particolare, delinea una classificazione dei sistemi di IA in base ai livelli di rischio che essi comportano stabilendo regole specifiche per ciascuna categoria, promuovendo così un utilizzo responsabile, sicuro e trasparente.

Sono stati, inoltre, esaminati gli effetti sul sistema economico italiano. L’Italia deve colmare un importante divario in termini di infrastrutture e di investimenti, promuovendo la digitalizzazione delle imprese (in particolare quelle medio-piccole) e puntando sulla formazione e lo sviluppo di competenze. L’indice DESI (Digital Economy and Society Index) rivela che in Italia, da un lato, non si investa sufficientemente in big data e sull’IA; dall’altro lato, le aziende italiane dedicano molte risorse a soluzioni innovative cloud-based.

Sono stati poi analizzati i risultati di un questionario sottoposto a 73 aziende, socie e associate di Aspen Institute Italia. Il 58% delle imprese intervistate dichiara di avere già adottato sistemi di IA nei propri processi decisionali e operativi. Ricorrono a quelli per l’automazione del servizio clienti, la sicurezza informativa, la manutenzione predittiva e il marketing. Da un lato, le stesse sono ben consapevoli dei benefici strategici che i sistemi di IA possano apportare all’impresa, come l’aumento dell’efficienza operativa o una maggiore capacità di comprendere le tendenze di mercato. Dall’altro lato, evidenziano le numerose difficoltà nella loro adozione, come l’integrazione dei sistemi, la formazione del personale e la mancanza di esperienza interna.

 

 

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