Il bilancio di previsione dello Stato italiano per il 2021, che il Senato è stato chiamato a ratificare in quattro giorni, è la sagra del corporativismo.
450 pagine (senza contare le tabelle), 20 articoli, il primo suddiviso in 1.150 commi, è solo formalmente un provvedimento unitario. Vi dominano il settorialismo e la non-pianificazione.
L’Ufficio parlamentare di bilancio l’ha definito un coacervo di misure senza un disegno, un collage di interventi pubblici di favore. È il frutto di “euforia da deficit” (Carlo Cottarelli, Repubblica, 24 dicembre): infatti, per 24,6 miliardi è finanziato in deficit.
Continua a leggere l’editoriale di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della Sera del 29 dicembre 2020.