Alcune regioni hanno vaccinato quasi tutta la popolazione compresa nelle fasce più deboli, altre solo un terzo.
In alcune regioni si è proceduto con la puntualità di un orologio svizzero, in altre sono state commesse clamorose violazioni delle priorità fissate in sede nazionali e si sono verificati gravi disservizi.
Insomma, non siamo solo indietro ad altri Paesi, ma registriamo anche variazioni territoriali inspiegabili.
Continua a leggere l’editoriale di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 24 marzo.