Pro.di.gi.t, progetto sperimentale a sostegno della giustizia tributaria, prevede tra le linee di intervento la realizzazione di una banca dati nazionale di giurisprudenza tributaria di merito pubblica e gratuita, la sperimentazione di un modello di prevedibilità delle decisioni con il supporto di strumenti di intelligenza artificiale e l’istituzione di un laboratorio digitale del giudice tributario (TribHub). Tali iniziative costituiscono una rilevante proposta per l’innovazione della giustizia tributaria, nonostante l’impiego di un meccanismo algoritmico per la previsione degli esiti delle controversie abbia suscitato timori in termini di imparzialità e trasparenza.
Il progetto Pro.di.gi.t – finanziato con fondi a carico del Programma PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 e inserito nel PNRR nell’ambito della riforma del contenzioso tributario – è stato ideato dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria al fine di realizzare una serie di attività per l’innovazione della giustizia tributaria attraverso l’impiego di tecnologia digitale e intelligenza artificiale. La parte ICT del progetto è stata affidata a Sogei s.p.a., società in house del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Gli ambiti di intervento previsti all’intero di Pro.di.gi.t comprendono la digitalizzazione delle attività e del sito web del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria, l’adozione di strumenti innovativi per le attività dei giudici tributari, la sperimentazione di un modello di prevedibilità delle decisioni con il supporto di strumenti di intelligenza artificiale, l’implementazione della banca dati nazionale di giurisprudenza tributaria di merito – pubblica, gratuita e liberamente accessibile.
L’iniziativa prevede inoltre l’istituzione sperimentale in otto regioni italiane (Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia) e presso la Corte di Giustizia tributaria di Brescia del laboratorio digitale del giudice tributario (TribHub), un laboratorio permanente dedicato – come precisato dal bando di selezione esperti per la disciplina ed il funzionamento del laboratorio digitale del giudice tributario n. 827/2022 – a “confronto, discussione, riflessione, condivisione e aggiornamento”.
Gli obiettivi di TribHub sono ottenuti attraverso le riunioni obbligatorie interne alla singola Corte di giustizia tributaria, la rendicontazione periodica al CPGT delle attività svolte e andamento del laboratorio l’organizzazione di una formazione obbligatoria decentrata, l’avvio di stage o tirocini e infine la costituzione, seppur in via ancora preliminare, dei Consigli giudiziari tributari, ai quali può essere affidata l’organizzazione e la pianificazione della formazione regionale.
Nell’ambito di Pro.di.gi.t è inoltre favorito lo svolgimento di tirocini formativi nelle Commissioni Tributarie e sarà attivato in via sperimentale un modello di consiglio della giustizia tributaria con la partecipazione estesa a professionisti difensori ed enti impositori.
Nonostante non sia la prima sperimentazione italiana del medesimo genere – si pensi al sistema ideato dalla Corte d’Appello e dal Tribunale di Brescia in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, relativo ai settori del diritto del lavoro e delle imprese – rappresenta un elemento di particolare interesse di Pro.di.gi.t la costituzione della banca dati di giurisprudenza tributaria di merito, che è impiegata nella alimentazione del sistema di giustizia predittiva.
Ai fini della realizzazione di tale database, il MEF ha fissato come obiettivo la “sommarizzazione” (neologismo derivante dall’inglese summarization) di oltre un milione di sentenze delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, operazione guidata da un gruppo di “massimatori”, selezionati fra i giudici tributari componenti degli Uffici Regionali del Massimario e studiosi di diritto tributario.
La fase attuativa, conclusa il 31 dicembre 2023, è organizzata su due diversi livelli: la creazione di una summarization di tipo astrattivo – ossia l’elaborazione di una “parafrasi sintetica del contenuto del provvedimento in linguaggio naturale” – e di una summarization di tipo estrattivo, vale a dire l’elaborazione di una “selezione” di informazioni chiave dalla sentenza di riferimento.
L’operazione di “sommarizzazione” è portata a termine da un sistema di intelligenza artificiale, previamente “addestrato” attraverso l’acquisizione di migliaia di sentenze corredate da massime. L’algoritmo acquisisce una sentenza e la restituisce sotto forma di abstract, sottoposto poi al vaglio dei “massimatori” per un controllo della sua coerenza e affidabilità. Alla selezione delle sentenze, alla elaborazione e all’alimentazione dell’algoritmo partecipano in qualità di partner il Consiglio Nazionale Forense (CNF) e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC).
Il sistema di IA non è quindi destinato alla produzione di massime, ma all’elaborazione di una sorta di sommario a disposizione dei difensori e giudici: la sintesi automatizzata, in particolare nella forma di summarization di tipo estrattivo, può quindi fornire un utile supporto all’Ufficio Massimario.
Alla creazione della banca dati è stata poi allineata una prima sperimentazione di un sistema di giustizia predittiva, il quale, impiegando il database frutto dell’attività di “sommarizzazione”, sarà in grado di prevedere l’esito di una controversia in ambito tributario. Lo sviluppo di tale funzione non mira all’elaborazione di una decisione esclusivamente algoritmica: attraverso Pro.di.gi.t si intende fornire uno strumento di sostegno al giudice e consentire a cittadini e difensori di poter prevedere il possibile sviluppo di una controversia. Sviluppando la banca dati delle decisioni di merito e il sistema di giustizia predittiva si potrebbe dunque migliorare la qualità delle sentenze ed evitare liti temerarie, con evidenti effetti deflattivi sul contenzioso tributario.
Come evidenziato in dottrina, potrebbe essere ipotizzata una parziale sostituzione tra giudice tributario e sistema di giustizia predittiva solo in presenza di questioni seriali o standardizzate, come nel caso del vaglio sulla conformità del transfer pricing – tecnica volta a spostare reddito tra uno Stato ed un altro attraverso l’applicazione, nelle operazioni infragruppo, di corrispettivi più elevati o più bassi di quelli che sarebbero fissati tra imprese indipendenti –, o nel caso della concessione di misure cautelari inaudita altera parte, poiché la quantificazione del periculum in mora ben si presterebbe alla logica algoritmica.
L’impiego di sistemi di giustizia predittiva in ambito tributario prevede come maggiore vantaggio la possibilità, sia per amministrazione finanziaria che per i contribuenti, di ottenere un valido supporto informativo su alcune specifiche questioni, come nel caso di liti catastali – soprattutto nei casi di unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria –, nella determinazione del quantum della mediazione o delle sanzioni, nonché dell’accertamento con adesione.
Tra le maggiori critiche sollevate a fronte delle diverse iniziative realizzate di Pro.di.gi.t, rileva il fatto che la giustizia predittiva, basandosi su una serie di precedenti, risulta fortemente costrittiva in settori caratterizzati da un’evoluzione estremamente rapida, come accade nel caso delle norme tributarie e degli orientamenti della prassi amministrativa, rischiando di perpetrare delle soluzioni anacronistiche. Il buon funzionamento del sistema dipende quindi dalla qualità della selezione e massimazione di sentenze, operazione da condurre con particolare rigore e completezza, accanto poi al lavoro di programmazione del sistema algoritmico e alla supervisione degli esiti cui perviene la macchina.
I timori espressi in termini di trasparenza e imparzialità in merito al funzionamento del sistema di giustizia predittiva si riferiscono poi al rischio che Pro.di.gi.t possa sostituire la valutazione della fattispecie normalmente rimessa al professionista. I contribuenti destinatari di atti impositivi potrebbero essere spinti a adottare scelte dettate unicamente dall’esito della predizione, così come nella stesura della sentenza il giudice potrebbe rimettersi esclusivamente alle proposte della macchina: l’affidamento riposto nel sistema di giustizia predittiva potrebbe dunque cagionare ripercussioni negative sull’intero settore. Non è esente da critiche neppure la genesi stessa del sistema, la cui elaborazione è stata affidata al Ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale è parte dei giudizi tributari, seppur tramite le agenzie fiscali.
Al netto dei timori che circondano il meccanismo di giustizia predittiva, Pro.di.gi.t contiene numerosi elementi in grado di sostenere efficacemente la giustizia tributaria. Come sottolineato dal rapporto Legal Summarisation through LLMs: The PRO.DI.GI.T Project, l’impiego di strumenti di intelligenza artificiale risulta infatti utile per l’elaborazione di sintesi giuridiche, se opportunamente sottoposto a supervisione umana e se correttamente programmato per tenere conto del linguaggio e del ragionamento giuridico impiegato nelle sentenze. In tale ottica, l’attività professionale non risulta svilita dall’impiego di Pro.di.gi.t, poiché ogni fase di predisposizione e utilizzo della macchina reca natura marcatamente antropocentrica.
I passi mossi da Pro.di.gi.t risultano necessari per perseguire le esigenze di digitalizzazione della giustizia italiana, emerse anche nella dodicesima edizione del quadro di valutazione UE della giustizia (COM(2024) 950, The 2024 Eu Justice Scoreboard). La Commissione europea ha infatti sottolineato il rilievo della tecnologia in favore delle autorità giudiziarie degli Stati membri: l’aumento della qualità dei sistemi giudiziari passa attraverso una migliore ripartizione del carico di lavoro, la semplificazione dei passaggi interni agli uffici e una significativa riduzione dei tempi della giustizia. L’accessibilità online delle sentenze di merito aumenta inoltre la trasparenza del sistema giudiziario nel suo complesso, aiuta cittadini e imprese a comprendere i propri diritti e favorisce la coerenza della giurisprudenza. La creazione di un database di semplice e rapida consultazione, nonché in formato leggibile alle macchine, rende la giustizia a misura di algoritmo, consentendo l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale a sostegno degli operatori del diritto e della collettività.
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