Caro Direttore,
Il tribolato processo di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac) non si ferma. Proseguono annunci, smentite e contro smentite. Si anticipano decisioni prima di averle scritte, si negano quelle già approvate.
È un procedere che ricorda quegli scultori redarguiti da Vasari perché, per la «fretta a lavorare … bucano il sasso da principio, et levano la pietra dinanzi, et di dietro, risolutamente», sicché poi si scoprono troppo tardi errori cui non si può rimediare «se non vi si mettono pezzi commessi».
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