Quando, nei primi quarant’anni dopo l’Unità, si discuteva in Parlamento del rinnovo (e poi del riscatto) delle concessioni ferroviarie, erano molte le voci che consideravano le infrastrutture ferroviarie non per i loro benefici effetti sull’economia, ma per il loro effetto sull’Unità d’Italia.
Servivano per unire gli italiani.
Quando si discusse della localizzazione dei ministeri romani, Sella volle che fossero in una zona cittadina vicina alla stazione ferroviaria, per consentire ai non romani di poter raggiungere lo Stato (i ministeri) il più agevolmente possibile.
Leggi l’intervento di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere Economia del 27 luglio.