«La frase ufficiale dice l’Impiegato»

Ancora un passaggio dai Princìpi di officietica di Zambrino Mazzei, il vademecum del buon impiegato d’inizio Novecento: questa volta sono le raccomandazioni su come si scrive e come si parla ai «Superiori».

 

Frasario ufficiale è raccolta di modi di dire, voci di comando, titoli di atti, nomi propri di opere, lavori, oggetti, istituzioni, vocaboli tecnici conformi agli usi della lingua parlata in ogni servizio pubblico (…). Lo stile è l’uomo: la frase ufficiale dice l’Impiegato. (…).

L’umiltà eguale o conforme al sentimento, necessaria al discorso e nel carteggio dell’Impiegato inferiore verso il Superiore, contribuisce a mantenere l’ordine e la disciplina negli Uffici ed è utile all’umile perché il linguaggio modesto e rispettoso predispone in di lui favore. La parola prego, che talvolta sta bene nel linguaggio del Superiore, più si addice a quello dell’inferiore, il quale, parlando o scrivendo al Superiore, non può usare, in nome proprio, il verbo volere. Ma mentre si riconosce utile e necessaria l’umiltà negli atti di Ufficio, la si vuole dignitosa perché un linguaggio conveniente a servi e schiavi avvilirebbe l’Impiegato che l’usasse.

Zambrino Mazzei, Princìpi di officietica. Teorica universale degli uffici e dei servizi pubblici e codice degl’Impiegati civili e militari, Firenze Le Monnier, 1902, p. 53.