La Corte dei Conti, al fine di porre rimedio all’eccessivo improprio ricorso a procedure negoziate e all’inadeguatezza delle competenze interne per valutare sia le esigenze, sia i sistemi proposti, ha proposto d’introdurre nuove procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, anche sulla falsariga delle positive esperienze dei portali di coordinamento degli acquisti delle diverse amministrazioni.
Nell’ambito del Referto sull’informatica pubblica le Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte dei Conti hanno riscontrato molteplici problematiche nell’ambito delle procedure di aggiudicazione di appalti pubblici relativi a servizi e forniture informatiche.
In primo luogo, i Giudici contabili anche sulla base delle indagini dell’Autorità Nazionale Anticorruzione hanno accertato in tale settore un eccesivo ricorso improprio alle procedure negoziate.
Le stazioni appaltanti avrebbero effettuato affidamenti di appalti di servizi informatici con procedure negoziate senza bando, dapprima ai sensi dell’art. 57, comma 2, lett. b), del d.lgs. n. 163/2006 (infungibilità del prestatore di servizi) e successivamente ai sensi dell’art. 63, comma 2, lett. b), del d.lgs. n. 50/2016 (concorrenza assente per motivi tecnici), in carenza dei presupposti legittimanti il ricorso alla procedura in questione.
In particolare, da un’analisi delle determine a contrarre emergerebbe i) una carente o insufficiente motivazione in ordine alla scelta del particolare fornitore; ii) la mancata comprova dell’asserita unicità/infungibilità del fornitore attraverso una preliminare indagine di mercato, tesa a verificare l’effettiva esistenza di un unico soggetto in grado di garantire la prestazione; l’assenza dei necessari requisiti dell’imprevedibilità e della carenza del rapporto di funzionalità reciproca per il ricorso all’affidamento di servizi complementari.
La Corte ha paventato i rischi determinati dal c.d. fenomeno del lock in, rilevato anche dall’ANAC nell’ambito delle Linee Guida n. 8, che si verifica quando l’amministrazione non è posta in condizione di sostituire il fornitore alla scadenza del contratto, in quanto priva delle informazioni relative al sistema necessarie per consentire a un nuovo fornitore di subentrare al precedente in modo efficiente, oppure a causa degli elevati costi di investimento iniziale non recuperabili. Dall’attività istruttoria dell’ANAC emergerebbe, infatti, che i prodotti software acquistati non garantirebbero un’adeguata interoperabilità tra i sistemi, precludendo di fatto alle amministrazioni di sostituire l’operatore economico alla conclusione del rapporto contrattuale.
Tra l’altro, sempre in relazione alle procedure di aggiudicazione la Corte dei Conti, oltre a criticare la logica del massimo ribasso sul costo dei function point, ha espresso perplessità in ordine alla reale capacità delle stazioni appaltanti, prive delle competenze tecniche necessarie, di stimare la consistenza delle basi applicative esistenti e delle proprie esigenze, con la conseguenza che il dimensionamento è effettuato direttamente dal fornitore senza un effettivo controllo da parte pubblica, con i correlati rischi di sovradimensionamento degli appalti.
Ulteriori criticità riguardano la lunghezza delle procedure di gara che non risulta compatibile con la rapida obsolescenza dei prodotti informativi.
Tra le iniziative adottate al fine di ovviare a tali problematiche e di consentire, nell’ambito della normativa vigente, acquisti caratterizzati da forte innovatività la Corte dei Conti cita la Piattaforma per il procurement di innovazione, istituita dall’AgID nell’ambito del Piano triennale 2019-2021, che cataloga circa 70 iniziative di innovazione per il valore di oltre 400 milioni. I dati disponibili indicano una crescente adesione di amministrazioni con una propensione degli operatori economici a co-finanziare con proprie risorse lo sviluppo delle soluzioni innovative oggetto di appalto.
Un’ulteriore iniziativa citata nel Referto, nonostante “la limitatezza dei risultati postivi” è il Sistema integrato di gare per la fornitura di servizi innovativi per le pubbliche amministrazioni che coinvolge l’AgID e la Consip, con l’obiettivo si supportare le pubbliche amministrazioni nel rispetto degli obblighi stabiliti dal Codice per l’amministrazione digitale e di attuazione dell’Agenda digitale italiana.
In ultimo, tra gli strumenti volti ad ampliare le procedure d’appalto d’innovazione delle pubbliche amministrazioni e a favorire l’incontro tra domanda e offerta di servizi innovativi tra stazioni appaltanti, operatori di mercato e centri di ricerca è preso in considerazione il portale appaltiinnovativi.gov che offre una selezione delle procedure già indette e pubblica i fabbisogni d’innovazione delle singole amministrazioni, in collegamento con la piattaforma Connext di Confindustria e le principali piattaforme di open innovation regionali.
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.