Interoperable Europe Act: l’Unione europea alla sfida dell’interoperabilità per il miglioramento dei servizi pubblici digitali

L’Unione europea (UE) è da tempo impegnata nel promuovere la trasformazione digitale del settore pubblico a beneficio dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. In tale contesto, l’approvazione dell’Interoperable Europe Act, nel solco del quadro europeo di interoperabilità (QEI), assume rilevanza fondamentale per il conseguimento degli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale (Digital Decade policy programme) dell’Unione europea. L’Osservatorio propone di seguito alcuni primi elementi di analisi su un provvedimento che apre la strada ad un periodo di trasformazione dei servizi pubblici online su scala europea.

Il 22 marzo 2024 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il Regolamento (UE) 2024/903 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 marzo 2024, che stabilisce misure per un livello elevato di interoperabilità del settore pubblico nell’Unione europea (Regolamento o Interoperable Europe Act).

L’Interoperable Europe Act è entrato in vigore l’11 aprile 2024 e rappresenta un importante passo in avanti verso la trasformazione digitale del settore pubblico e la creazione, nell’Unione europea, di una rete di amministrazioni pubbliche digitali interconnesse. Inoltre, il Regolamento contribuisce al raggiungimento degli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale dell’UE, fra i quali rientra quello di avere il 100% dei principali servizi pubblici disponibili online entro il 2030. Come affermato da Johannes Hahn, commissario europeo per il Bilancio e l’amministrazione, il Regolamento, infatti, “rafforza la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche degli Stati membri e amplia l’accesso ai servizi pubblici digitali transfrontalieri nell’UE” (qui il comunicato stampa pubblicato in occasione dell’entrata in vigore dell’Interoperable Europe Act).

Il Regolamento definisce l’interoperabilità “transfrontaliera” come “la capacità dei soggetti dell’Unione e degli enti pubblici degli Stati membri di interagire tra loro a livello transfrontaliero condividendo dati, informazioni e conoscenze attraverso processi digitali in linea con i requisiti giuridici, organizzativi, semantici e tecnici relativi a tale interazione transfrontaliera”. Questa viene considerata una caratteristica fondamentale di un mercato unico digitale efficiente e concorre ad attuare l’efficace implementazione delle politiche pubbliche, dalla giustizia, alla fiscalità e alle dogane, passando per i trasporti, l’energia, la sanità, l’agricoltura, l’occupazione e le regolamentazioni imprenditoriali e industriali.

Nonostante gli indubbi passi in avanti realizzati grazie al processo di integrazione europea, ad oggi le pubbliche amministrazioni sono ancora ostacolate da notevoli barriere allo scambio di informazioni e alla cooperazione digitale. Ad esempio, a livello europeo si registra una diversità, non soltanto fra i quadri normativi nazionali, ma anche fra le tecnologie o i modelli organizzativi utilizzati per lo sviluppo dei sistemi informativi. Porre la questione dell’interoperabilità non è, dunque, condizione sufficiente per il superamento di queste barriere e per l’erogazione di servizi digitali transfrontalieri maggiormente efficienti ed efficaci, ma è di certo presupposto necessario per il raggiungimento di questo obiettivo. In altri termini, l’interoperabilità costituisce un prerequisito essenziale per garantire lo scambio di informazioni tra le pubbliche amministrazioni e, di conseguenza, l’incremento della competitività e del funzionamento dell’UE.

Il rafforzamento del mercato unico digitale consentirà, dunque, di offrire ai cittadini e alle imprese servizi pubblici digitali qualitativamente migliori e capaci di garantire tempi più rapidi nella loro fruizione su base transfrontaliera. A corollario di ciò, l’effettiva attuazione del Regolamento permetterà un risparmio fino a 5 miliardi di euro su base annua secondo quanto stimato dalla valutazione d’impatto effettuata dalla Commissione europea.

Per le ragioni di cui sopra, già da tempo, la sfida dell’interoperabilità è questione di interesse primario per l’Unione europea, come dimostra la definizione del Quadro Europeo per l’Interoperabilità (QEI), di cui abbiamo già parlato qui. In tale contesto, l’Interoperable Europe Act riflette, nei suoi aspetti fondamentali, lo schema concettuale tracciato dal QEI e, al contempo, si propone di fornire una nuova elaborazione di quest’ultimo.

Il Regolamento si applica ai soggetti dell’UE e agli enti pubblici che regolamentano, forniscono, gestiscono o attuano “servizi pubblici digitali transeuropei”. Esso prevede l’attuazione una serie di obiettivi nel quadro più ampio dei finanziamenti previsti dal programma “Europa Digitale 2021-2027”.

Gli elementi essenziali del Regolamento sono:

  • la cooperazione strutturata tra le amministrazioni pubbliche dell’UE. Tale cooperazione si concretizza nella gestione di progetti in collaborazione con gli Stati membri, le regioni e le città;
  • un quadro di governance dell’interoperabilità transfrontaliera a più livelli, nell’ambito del quale un ruolo fondamentale è affidato al Comitato per un’Europa Interoperabile al fine di promuovere anche meccanismi di governance partecipativa che coinvolgano tutti gli stakeholder interessati a contribuire proattivamente allo sviluppo ed all’analisi in tema dell’interoperabilità transfrontaliera;
  • la valutazione obbligatoria dell’interoperabilità, nell’ottica di definire i servizi pubblici secondo un approccio basato sulla “interoperabilità fin dalla progettazione;
  • il portale “Europa interoperabile”, uno sportello unico per incoraggiare la condivisione e il riutilizzo di soluzioni di interoperabilità di alta qualità e affidabili tra le amministrazioni pubbliche;
  • la coerenza con le disposizioni della normativa sull’intelligenza artificiale e del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), in relazione alla creazione ed alla partecipazione a spazi di sperimentazione normativa in materia di interoperabilità.

Le disposizioni del Regolamento si applicano a decorrere dal 12 luglio 2024, con l’unica eccezione di quelle relative alle valutazioni dell’interoperabilità ed alle autorità nazionali competenti responsabili dell’applicazione dell’Interoperable Europe Act, che si applicano, invece, a decorrere dal 12 gennaio 2025.

L’attuazione del Regolamento, al pari dell’attuazione delle misure sulla transizione digitale incluse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano (di cui abbiamo parlato qui), sarà decisiva per dimostrare come l’UE e gli Stati membri sapranno rispondere alla sfida dell’interoperabilità per il miglioramento dei servizi pubblici digitali transeuropei.

 

 

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