Il silenzio non è una politica. Le opposizioni sono state finora zitte. Non se ne conosce la «linea politica». La scena vuota è stata riempita da qualche Twitter tra fazioni e da deboli critiche al governo. Il silenzio – si spera – non è dovuto a pigrizia mentale o a stanchezza ideale; pare sia stato consigliato dal desiderio di non far emergere le contraddizioni nel proprio campo.
Ma non basta criticare quel che fa la maggioranza, bisogna anche indicare quel che farebbero le opposizioni se fossero maggioranza.
E occorre rendersi conto che le contraddizioni dell’attuale governo prosperano anche grazie alle divisioni dei suoi avversari. Non far nulla e starsene zitti è un gran vantaggio, ma non bisogna abusarne, come osservava Antoine de Rivarol.
Continua a leggere l’intervento di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della Sera del 25 giugno.