Il Principe digitale

Il principe – ovvero il potere politico – nell’era digitale è più o meno forte rispetto al suo predecessore “analogico”? Per un verso, la tecnologia ha decretato la fine di molti degli attori tradizionali dell’intermediazione. Partiti politici, sindacati e associazione di settore, ad esempio. Gli spazi rimasti vuoti, tuttavia, vengono colmati rapidamente sebbene, spesso, ancora confusamente. La sfida per la politica è aperta. Per vincerla, il principe digitale dovrà cambiare veste e approccio, unendo carisma, innovazione e metodi condivisi.

 

Nel loro ultimo libro Calise e Musella affrontano un tema attuale e recente, studiato da molti, con prospettive e approcci disciplinari diversi. Gli autori iniziano descrivendo alcune delle trasformazioni cruciali che attraversano la società contemporanea. Prima, e fondamentale, è la pervasività della tecnologia digitale nella vita di ciascuno di noi. La tecnologia ha reso più semplice comunicare, accedere alle informazioni e usufruire di servizi.

Il progresso tecnologico ha però contribuito anche ad accelerare processi già in corso: la disintermediazione e l’individualizzazione. La prima, frutto della natura orizzontale e anti-gerarchica della rete ha colpito, tra gli altri, sindacati e partiti politici. Le strutture tradizionali deputate a mediare gli interessi collettivi presso i centri di potere vengono meno, o sono fortemente ridimensionate. Prevalgono invece dinamiche individuali, che si nutrono di legami “deboli” e volatili, costruiti e poi dimessi rapidamente, attraverso il web.

La re-distribuzione dei ruoli e delle funzioni di potere apre scenari nuovi per gli attori politici. La sfida, secondo gli autori, impone alle forze politiche che ambiscono a riprendere il comando delle società contemporanee di unire tre approcci diversi. Primo, un ritorno al carisma del leader, capace di guidare il sentimento comune, anziché soltanto assecondarlo. Secondo, riformare l’idea stessa di partito, nelle strutture e nelle funzioni. Terzo, e più importante, sfruttare il potenziale tecnologico a proprio favore, favorendo approcci inclusivi e condivisi con i cittadini.

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