Come vengono scelti, in Italia, i funzionari pubblici? E come sono valutati e promossi? Come fanno carriera?
La Costituzione dà una risposta sintetica ma chiara a queste domande, con la parola «concorso», che vuol dire competizione aperta a tutti e gara perché vengano scelti i migliori. Quindi, eguaglianza e merito. La competizione serve a consentire un accesso a tutti i cittadini; la verifica a scegliere chi si dimostra più competente, capace ed esperto.
Sulla norma costituzionale si è esercitata più volte la Corte costituzionale.
Ha stabilito, ad esempio, che il conferimento di incarichi dirigenziali pubblici deve avvenire previo esperimento di concorso pubblico e che il concorso è necessario anche nei casi di nuovo inquadramento dei dipendenti già in servizio per l’accesso a funzioni più elevate.
Continua a leggere l’intervento di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 20 giugno.