Dai Diari di Amintore Fanfani, due passaggi quasi casuali ma significativi del clima politico del 1961. Si parla del discorso solenne che il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi rivolse alle Camere riunite in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, 25 marzo 1961.
Un messaggio ricco di contenuti e forse anche esorbitante rispetto ai precedenti, se è vero che lo stesso Gronchi dichiarò, nel leggerlo, di essere consapevole che qualcuno lo avrebbe potuto accusare di «esorbitanza dalle funzioni costituzionali» (e il monarchico Covelli ad alta voce commentò dall’aula: «È vero»). Togliatti invece avrebbe lamentato l’indomani sull’«Unità» l’assenza di almeno un cenno alla Resistenza. Interessanti le annotazioni di Fanfani, presidente del Consiglio, alle date del 25 e poi del 27 marzo:
Sabato, 25 marzo. Messaggio di Gronchi in Montecitorio. Ha sorpreso il tono polemico, al quale Covelli e Lauro hanno reagito. Poi per tutto il giorno c’è stata maretta, con proteste di Scelba, Piccioni, Gonella. Ho ricordato che mai – e neppure questa volta – i Presidenti della Repubblica hanno comunicati al Governo in anticipo i loro messaggi. Leone dice che ancora mezz’ora prima di leggerlo Gronchi stava scrivendo il messaggio. Ciò spiega gl’incespicamenti notati nella lettura (…).
Lunedì 27 marzo. Alle 10.30 accompagno Gronchi all’altare della Patria per la Messa celebrativa (…). Lungo il percorso Gronchi mi dice che la pagina del discorso relativa alla Resistenza fu dimenticata di copiare dai dattilografi. Però ieri Leone mi disse che aveva avvertito Gronchi che, ad accenni alla Resistenza, i missini avrebbero abbandonato l’aula!
Senato della Repubblica, Fondazione Amintore Fanfani, Amintore Fanfani, Diari, vol. IV. 1960-1963, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2012, pp. 226-228.