La diffusione del Covid 19 ha messo in luce i problemi incontrati dalla nostra burocrazia nel dare attuazione a una pioggia di ausili finanziari sparsi in una molteplicità di decreti-legge e Dpcm contenti norme corrette da altre norme a distanza di pochi giorni.
Gli interventi di sostegno a cittadini e imprese si sono dispersi in mille rivoli e assoggettati a decine di adempimenti burocratici. L’esito è stato che gli ausili sono stati erogati a cittadini e imprese solo in parte e in grave ritardo rispetto alle esigenze del paese. Da qui il crescere nell’opinione pubblica di un senso di sfiducia in merito alle effettive capacità delle istituzioni di dare risposta ai problemi generati dalla epidemia.
Di fronte all’emergenza sanitaria l’accesso ai documenti e ai dati pubblici è stato annoverato tra le funzioni non prioritarie: sono stati quindi sospesi i termini per le richieste di accesso civico generalizzato (cd. “Foia”) e l’Autorità Nazionale Anticorruzione-ANAC ha rinviato a fine luglio la scadenza della periodica attestazione degli Organismi Indipendenti della Valutazione – OIV sulla completa e tempestiva pubblicazione delle informazioni previste dal d.lgs. n. 33/2013 sui siti web delle singole amministrazioni.
Questa scelta, che implicitamente ammette il deficit di capacità del sistema amministrativo nel fronteggiare l’emergenza, non è isolata: diversi altri paesi, come ad esempio la Spagna, hanno sospeso i termini dei procedimenti di accesso.
Tuttavia, per affrontare questa crisi è essenziale che cittadini e imprese abbiano fiducia nelle proprie istituzioni.
È opinione diffusa che una amministrazione aperta generi maggiore fiducia nella misura in cui le informazioni rese disponibili siano effettivamente utilizzabili, in quanto sono di buona qualità, e soprattutto siano effettivamente utilizzate.
In Italia, però, l’evoluzione delle norme sulla trasparenza ha generato istituzioni e regole ridondanti, incomprensibili per i cittadini che dovrebbero usufruirne e particolarmente gravose per le amministrazioni, come evidenziato anche dai risultati di una recente consultazione su trasparenza e anticorruzione conclusa sulla piattaforma “ParteciPa”.
Anche per la grave crisi finanziaria generata dal coronavirus e le sue severe implicazioni per la finanza pubblica, a nostro giudizio occorre che questo assetto sia profondamente modificato per risparmiare risorse e aumentare l’efficacia delle norme. La crisi può essere la finestra di opportunità per operare una riforma radicale in tema di trasparenza.
Continua a leggere l’intervento di Alessandro Natalini e Fabrizio di Mascio, pubblicato sul sito dell’Osservatorio AIR e su Astrid Online.