Qual è lo stato di avanzamento delle amministrazioni italiane nella pratica tecnologica? A che punto siamo? Conosciamo i dati aggregati, sappiamo quali lacune è urgente colmare e quali obiettivi considerare prioritari. Manca invece – o è approssimativa – un’analisi granulare, attenta alla permeabilità delle amministrazioni italiane rispetto le tecnologie di uso corrente. Il censimento dell’Osservatorio propone una preliminare, ma necessaria, mappatura delle tecnologie in uso nelle pubbliche amministrazioni centrali, a servizio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. L’analisi è basata prevalentemente sui dati disponibili presso i siti web delle amministrazioni interessate. Può dunque presentare lacune o mancanze – che si provvederà a colmare in una seconda fase. In questo post presentiamo il MIPAAF – Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. L’analisi include 14 casi, relativi a procedure digitali di inserimento dati, che consentono – in tutti tranne due, in cui la fruizione della procedura informatica è interna – l’invio a sistema di una serie di informazioni da parte dell’utente (cittadino o impresa), consentendogli così di interagire, sebbene ad un livello definibile ancora come “di base”, in diversi settori e materie di competenza dell’amministrazione osservata.
L’analisi dei 14 casi osservati (qui lo screenshot dell’indagine)– che vanno dalla gestione degli aiuti economici ai controlli sui fertilizzanti, dalla fabbricazione di sfarinati e paste alla zootecnia, dal reclutamento alle mense biologiche e fino ai contratti di filiera – ha consentito di evidenziare alcuni aspetti peculiari dell’attuale approccio del MIPAAF verso l’applicazione della tecnologia informatica e, più in generale, ha anche restituito la sensazione di una amministrazione centrale la quale, pur avendo preso atto dell’importanza e dell’utilità di questi strumenti, che in effetti mostra di saper maneggiare – ancora non si è organizzata concretamente per sfruttarne a pieno tutte le capacità di supporto all’attività amministrativa.
L’unico caso, infatti, che si avvicina ad un esercizio concreto di potere amministrativo, con spendita dello stesso a rilevanza esterna, è quello del procedimento di comunicazione di avvio dell’attività di pesca in mare a scopo sportivo o ricreativo. Qui il sistema informatico ministeriale, nel richiedere le generalità del pescatore ovvero data e luogo di nascita, residenza, codice fiscale – con la possibilità poi di fornire in aggiunta e a fini statistici i dati sul tipo di pesca praticata, sull’area geografica di interesse e sulle attrezzature utilizzate – restituisce al termine della procedura on line un attestato di avvenuta comunicazione che è titolo per l’esercizio della pesca sportiva e ricreativa. Si tratta, in altri termini, di un esempio di documento amministrativo informatico ibrido, che si forma da una istanza procedimentale ad iniziativa di parte e i cui effetti possono collocarsi a metà tra una comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 l. 241/1990 e un nulla osta, consentendo così al pescatore di turno il pieno esercizio legittimo di una attività – per quanto ricreativa o sportiva – a chiara rilevanza amministrativa.
In tutti gli altri casi esaminati, invece, l’analisi restituisce una serie di procedure digitali che si limitano all’acquisizione di dati forniti da parte dell’utente, dati che poi l’amministrazione utilizza, ad esempio, per avviare internamente singoli procedimenti amministrativi – a loro volta, si spera, informatizzati in tutto o in gran parte – e che rilevano nel caso concreto: tra questi, vi è sicuramente tutta la fase di gestione degli aiuti economici ai produttori (con l’invio anagrafica soci per il riconoscimento delle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli ex DM 3932 11/05/2009) e delle necessarie garanzie propedeutiche al pagamento degli anticipi previsti (in particolare, per il settore dello sviluppo rurale ex Regolamento CE n. 1698/2005), le richieste di finanziamenti per progetti di ricerca e di iscrizione degli operatori nell’elenco delle mense scolastiche biologiche, la presentazione delle domande di partecipazione ai concorsi per il reclutamento del personale banditi all’interno della struttura, il caricamento online delle domande per prendere parte ai bandi per l’attuazione dei contratti di filiera e di distretto, la comunicazione di importazione dei prodotti fitosanitari ai fini del nulla osta, l’accreditamento dei centri di saggio che eseguono prove su tali prodotti.
Il data – entry lato utente è però utilizzato dal sistema SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) – che è l’architettura informatica adottata in concreto per la gestione della maggior parte delle procedure informatizzate del MIPAAF e che viene gestita in outsourcing dalla partecipata SIN spa – anche per alimentare delle basi di dati di settore (con riferimento alla produzione e movimento dei concimi, ai registri di carico/scarico oli tramite l’apposito Portale dell’Olio d’Oliva e di carico/scarico nella produzione di sfarinati e paste alimentari, ai quantitativi di latte prodotto) in cui, quindi, la funzione della procedura informatica adottata è meramente dichiarativa, in sostituzione dell’intervento ispettivo dell’amministrazione.
Due soli, invece, sono i casi in cui il MIPAAF utilizza la procedura on line per l’acquisizione di dati ma, questa volta, per l’esercizio di funzioni – rispettivamente, di controllo e di cooperazione amministrativa – a rilevanza prettamente interna: da un lato, infatti, vi è un portale dedicato (controllitrasformazione.sian.it) che viene descritto come lo “strumento attraverso il quale gli ispettori potranno acquisire a sistema gli ordini di servizio dei monitoraggi presso i magazzini di tabacco, foraggi, agrumi, ortofrutta”, dall’altro lato invece vi è la procedura di accreditamento degli enti (sia pubblici che privati) che intendono sottoscrivere con il MIPAAF degli accordi di fornitura di servizi di cooperazione applicativa per l’accesso e l’interscambio delle informazioni presenti nelle banche dati ministeriali (tra le molte messe a disposizione, quella sugli equidi, i registri di carico e scarico delle sostanze zuccherine, del latte conservato, il registro vitivinicolo e quello sui controlli alle imprese agricole).
Come anticipato, quindi, il MIPAAF si presenta come una amministrazione centrale che può senz’altro ritenersi permeata rispetto le tecnologie informatiche di uso corrente, ma ad un livello non ottimale, in cui a fronte di una buona interoperabilità con gli strumenti di identificazione oggi disponibili (CIE, CNS, SPID), le potenzialità della procedimentalizzazione digitale ancora non risultano adeguatamente sfruttate per l’esercizio della funzione amministrativa.
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