Gli obiettivi di sviluppo per una “IA publique de confiance”

Come si concilia la trasformazione digitale con le specificità delle amministrazioni nazionali? Su quali profili tematici si fonda la discussione interna? Quali sfide incontreranno gli Stati digitali di domani? Un primo post, relativo alle risposte francesi, ha illustrato i dati di uno Studio del Conseil d’État. In questo secondo post, ci si concentra sulle proposte e le attività da programmare, che dovrebbero indirizzare l’amministrazione d’oltralpe nello scenario in evoluzione e consentirle di governare, e non di subire, i processi tecnologici.  

In un post precedente (A. Mussatti, Lo stato dell’integrazione algoritmica nella pubblica amministrazione francese) si è analizzato lo stato dell’integrazione algoritmica nella pubblica amministrazione francese ripercorrendo la suddivisione di uno studio del 2022 elaborato dal Conseil d’État. In questo secondo post, l’attenzione verrà diretta alla fase propositiva di tale documento, che elabora una griglia di principi e condizioni di sviluppo volti a consentire allo Stato di dirigere, piuttosto che subire, la trasformazione algoritmica in atto e i suoi rilessi sui processi socio-economici coinvolti. Fine ultimo è il consolidamento di una c.d. IA publique de confiance: un utilizzo di IA nel settore pubblico affidabile sia nei suoi risvolti esterni – l’attendibilità nelle relazioni con i cittadini-utenti –, sia in quelli interni – la fiducia e la preparazione dei suoi funzionari.  

In termini generali, il miglioramento dell’efficienza e della qualità del servizio, corollario della possibilità che l’IA offre di trattare un volume decisamente più esteso di dati, è subordinato al rispetto di tre condizioni: (i) instaurare un clima di fiducia intorno all’integrazione algoritmica pubblica; (ii) dimostrare lucidità e vigilanza in tale transizione; (iii) garantire le risorse necessarie all’interno di una governance adeguata alla complessità dei nuovi sistemi.  

L’adempimento di tali condizioni percorre due distinte direzioni. Da un lato, la predisposizione di soluzioni di metodo: costruire una c.d. doctrine administrative de l’IA de confiance, predisporre linee guida che uniformino la terminologia adottata, sistematizzare le regole giuridiche e operative esistenti, prediligere un approccio graduale rispetto al radicale stravolgimento delle funzioni interne. A questi si aggiunge l’esigenza di temperare l’ineluttabilità del cambiamento in atto con particolari forme di cautela. Nel porsi al servizio della performance pubblica e, attraverso di essa, dell’interesse generale, l’atteggiamento del decisore pubblico dovrà aderire alla c.d. “cultura del fallimento”, ossia, in ossequio alla gradualità auspicata, alla consapevolezza che l’implementazione di sistemi complessi e una dinamica innovazione digitale implicheranno necessariamente un margine di errore e di ricalibrazione degli strumenti impiegati. Sarà inoltre imprescindibile il rispetto del principio di “primauté humaine, che orienterà l’autorità pubblica all’assimilazione delle ragioni per cui talvolta il supporto dell’IA è di interesse, e talvolta è invece deleterio, reintroducendo “una visione analogica all’interno delle nostre vite digitali” (Algorithmes et décisions publiques, Paris, 2019) 

D’altro canto, si renderà necessario anche l’avvio di strategie di più pratica implementazione. In questo senso, l’incremento delle risorse finanziarie, umane, tecniche e organizzative si pone alla base dell’intero impianto risolutivo. Un’esigenza, quest’ultima, a carattere decisamente trasversale: si vedano i post di C. Bignotti, Transizione digitale della pubblica amministrazione e la sfida delle competenze: come sviluppare le capacità necessarie per affrontare la transizione? e M. Cardone, Lo Stato Digitale nel PNRR – Il rafforzamento delle competenze digitali del personale della PA 

Il Governo francese ha recentemente attivato diverse iniziative di rinforzo.  

Dal 2023 è in fase di sviluppo l’IA generativa Albert, che verrà utilizzata per l’efficientamento del lavoro di France services, lo sportello unico a disposizione dei cittadini francesi per il disbrigo di pratiche amministrative. Per agevolare la familiarizzazione dei funzionari con il nuovo strumento, la Direction interministérielle du Numérique ha condotto un programma di sperimentazione che da gennaio 2024 coinvolge quasi 60 consulenti di 26 diversi servizi pubblici.   

Il Ministro della Trasformazione e della Funzione Pubblica Stanislas Guerini ha inoltre annunciato per il 2024 il rinforzo delle competenze nel settore digitale con la creazione di 500 nuovi posti di lavoro nelle professioni digitali (data scientist, product manager, designer, ecc.). Particolare attenzione è dedicata al consolidamento delle competenze nei ruoli dirigenziali, il cui impegno personale e il sostegno rimangono cruciali per sopperire all’attuale “mancanza di cultura”, responsabile della diffidenza registrata. Il rapporto Éthique et responsabilité des algorithmes publics, commissionato dalla direzione interministeriale per le tecnologie digitali e i sistemi di informazione e comunicazione Etalab e redatto dagli allievi dell’École nationale d’administration, sottolineava già nel 2019 l’assenza di reali figure dirigenziali, oltre alla consapevolezza delle relative competenze di vertice e all’effettiva suddivisione dei compiti nei processi che già includono fasi automatizzate.  

D’altra parte, il consolidamento delle competenze e delle risorse a disposizione dei funzionari pubblici dovrà accompagnarsi a una inclusione più strutturata dei cittadini-utenti destinatari. Non solo in termini di maggiore trasparenza, equità e “spiegabilità” degli algoritmi impiegati – relegandone la postura ad un passivo “recepimento informato” – ma anche in ottica di mediazione, formazione diretta e coinvolgimento nella progettazione della strategia pubblica di IA de confiance. Se ne è parlato, in termini generali, anche nel post di questo Osservatorio scritto da Jacopo Scipione e Alexander Virgili, Una nuova formazione per la PA digitale proiettata al futuro. Il Governo francese è impegnato dal 2017 nella predisposizione di una strategia nazionale per l’inclusione digitale, ora culminata nel programma France Numérique Ensemble, che coprirà il quadriennio 2023-2027. Non mancano, tuttavia, voci che sottolineano la necessità di spingersi oltre le soluzioni strategiche: insieme ai diritti di libertà, ai diritti economici e ai diritti sociali, le transizioni in corso richiedono la definizione di c.d. droits-système per organizzare l’universo digitale.  

Il sistema di obiettivi e prospettive così delineato reggerà la complessità delle sfide imposte solo se inserito all’interno di un sistema di governance adeguato. A tale scopo, una strategia di risoluzione dei problemi di dispersione e disorganizzazione interna punta al rafforzamento dei poteri e delle funzioni dei principali regolatori che già operano nel settore. A livello operativo, si propone l’istituzione all’interno di Etalab di un centro di risorse condivise a disposizione delle diverse collectivités territoriales, inclusa, se necessario, l’assegnazione di vere e proprie risorse umane. Il dipartimento verrà così trasformarlo, da servizio di amministrazione centrale, a servizio a competenza nazionale.  

In ossequio alle regole ora imposte dall’A.I. Act (si v. il Considerando n. 153 e l’articolo 70), il rafforzamento riguarderà, infine, la creazione di un’autorità nazionale di controllo e vigilanza (in proposito anche il post di questo Osservatorio La tutela da e per l’I.A.: prime riflessioni sulla governance dell’A.I. Act e sulla (nuova?) autorità di vigilanza, di Gianluigi Delle Cave). Il Governo ritiene che sia al momento preferibile sfruttare gli organismi esistenti (come l’Autorité de régulation des communications électroniques, des postes et de la distribution de la presse o l’Autorité de la Concurrence) così da non acuire una complessità istituzionale che provocherebbe una serie di inconvenienti organizzativi, finanziari e di comunicazione, oltre al rischio di divergenze dottrinali. Le redini dell’intero sistema saranno affidate ad una Commission nationale de l’informatique et des libertés (CNIL) trasformata, che incarnerà la duplice sfida di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, da un lato, e dell’innovazione e dell’efficienza pubblica, dall’altro.  

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