La Francia approva una legge contro l’hate speech – recante «Lutte contre la haine sur internet» – nella quale si prevedono rilevanti sanzioni economiche per le piattaforme digitali che non rimuovano immediatamente i contenuti, sulle stesse pubblicati, che incitano all’odio, alla violenza, alla discriminazione o che abbiano matrice pedo-pornografica o terroristica.
Lo scorso 13 maggio è approvata in Francia una legge contro l’hate speech, divisa in cinque Chapitres.
Il primo è dedicato alla semplificazione dei sistemi di notifica dei contenus haineux in rete e con il medesimo – nonché con gli altri – sono previste diverse modifiche alla legge del 21 giugno 2004, n. 575 pour la confiance dans l’économie numérique. Nel testo si prevede, in particolare, che i contenuti che incitino all’odio, alla violenza o che contengano discriminazioni di qualunque genere debbano essere rimossi dai gestori dei siti Internet o dei social networks entro ventiquattro ore dalla segnalazione degli stessi avvenuta da parte di chiunque; i posts relativi a terrorismo o pedo-pornografica devono essere invece eliminati entro un’ora.
Nel secondo Chapitre, recante «Obbligo di collaborazione degli operatori di piattaforme nella lotta contro i contenuti di odio online», si prevede l’obbligo dei gestori delle piattaforme di conformarsi alle deliberazioni del Conseil supérieur de l’audiovisuel, nonché di istituire un sistema che permetta agli utenti situati sul territorio francese di segnalare i contenuti ritenuti illeciti. Gli operatori devono anche comunicare agli autori dei posts contrari alla legge di aver ricevuto una notifica e informare i medesimi della decisione – motivata – circa la liceità o meno dei posts segnalati, con eventuale ordine di eliminarli in caso di esito negativo della verifica. I gestori delle piattaforme devono, inoltre, rendere conoscibili a tutti alcuni dati, quali innanzitutto le sanzioni cui gli autori eventualmente incorrerebbero qualora pubblicassero contenuti contrari alla legge o i meccanismi con i quali sia possibile adire l’autorità giurisdizionale; devono, inoltre, riferire alle autorità competenti i risultati ottenuti in termini di contrasto e prevenzione dell’hate speech e comunicare ai minori di quindici anni che intendono iscriversi nella piattaforma, nonché ai loro genitori, un’informativa sui rischi di taluni contenuti che si pubblicano in rete. Nella legge sono inseriti, quindi, nuovi obblighi per le piattaforme, quali la trasparenza dei mezzi e dei risultati ottenuti, la cooperazione con il sistema giudiziario, una maggiore attenzione ai minori.
Il terzo Chapitre è dedicato al ruolo del Conseil supérieur de l’audiovisuel. Tale organo si occupa del monitoraggio degli obblighi gravanti sugli operatori delle piattaforme, anche per mezzo di una pubblicazione annuale contenente un rapporto sull’applicazione delle disposizioni in materia. Il Consiglio può notificare inoltre all’operatore interessato la violazione delle norme e – qualora quest’ultimo non si conformi alle indicazioni ricevute – può irrogare le sanzioni pecuniarie previste, che possono ammontare fino a un massimo di venti milioni di euro e comunque entro il 4% del fatturato globale riferito all’esercizio precedente dei gestori coinvolti. Il Consiglio ha anche il ruolo di incentivare la cooperazione e la condivisione delle informazioni tra le piattaforme, al fine di contrastare il fenomeno dell’odio in rete.
Nel quarto Chapitre sono previste misure volte a rafforzare la lotta contro la diffusione dell’hate speech. In particolare, nel caso in cui una decisione del giudice divenuta definitiva ordini misure volte ad impedire l’accès à un service de communication au public en ligne, l’autorità amministrativa competente, adita da qualunque soggetto interessato, può ordinare ai gestori di piattaforme online di prevenire il diffondersi di contenuti che abbiano analogo oggetto di quanto censurato dal giudice. L’autorità amministrativa detiene un elenco aggiornato delle piattaforme che sono state oggetto di una sanzione concernete il blocco dell’accesso alle medesime, durante il periodo in cui sono sottoposte allo stesso.
Il Chapitre IV-bis reca Renforcement de l’efficacité de la réponse pénale à l’égard des auteurs de contenus haineux en ligne e la legge contiene, in ultimo, delle disposizioni finali.
Il testo è stato oggetto di forti critiche – da parte degli stessi deputati, nonché del National Digital Council, della National Consultative Commission for Human Rights e di associazioni come La Quadrature du Net – in quanto tacciato di comprimere eccessivamente la libertà di espressione: per paura delle multe, e in assenza di sanzioni significative relative all’eccesso di censura, le piattaforme potrebbero infatti essere incoraggiate a eliminare contenuti che si rivelino non realmente lesivi. L’Assemblée nationale, tuttavia, ha evidentemente superato tali perplessità in quanto – come tristemente noto – il fenomeno dell’odio in rete sta assumendo una diffusione talmente capillare e degradante da richiedere immediate e drastiche misure che lo contengano e lo contrastino.