E-procurement sanitario e non solo: modelli di network governance e digitalizzazione della PA ai tempi del Covid-19

Il Governo interviene anche sugli acquisti di beni e servizi per lo sviluppo di sistemi informativi per la diffusione del lavoro agile (“smart-working”) e lo sviluppo dei servizi in rete per l’accesso di cittadini e imprese. Tra le misure adottate per fare fronte alla grave emergenza sanitaria provocata dall’epidemia da Coronavirus, il Governo ha previsto un percorso semplificato per l’approvvigionamento di strumenti ICT, allo scopo di favorire lo smart working nella PA., dando così una spinta al settore dell’e-procurement, già obbligatorio per le stazioni appaltanti dal 2018, con indiscussi vantaggi in termini di riduzione dei tempi dei procedimenti amministrativi.

 

Di fronte all’esigenza di adeguare i sistemi informativi per la gestione delle emergenze ed accelerare la digitalizzazione dell’attività lavorativa, il Governo è intervenuto sugli acquisti pubblici dei servizi che occorrono per agevolare la diffusione del lavoro agile, favorire la diffusione di servizi in rete e agevolare l’accesso agli stessi da parte di cittadini e imprese, con il Decreto “Cura Italia” (D.L. 17 marzo 2020, n. 18, pubblicato in G.U. il 17 marzo 2020, n. 70).

Il Governo ha previsto deroghe alle disposizioni che obbligano tutte le PA e le società inserite nel conto economico consolidato della PA, come individuate dall’Istat, ad acquistare beni e servizi informatici e di telecomunicazioni esclusivamente tramite gli strumenti di acquisizione di Consip o di altri soggetti aggregatori (prevalentemente centrali di acquisto regionali). Non sono disposizioni che sostituiscono quelle previste in via generale dagli artt. 63 e 125 del Codice appalti, esse consentono anche la deroga a disposizioni ulteriori e diverse, quali, ad esempio, quelle in materia di acquisti centralizzati.

L’art. 75 del Decreto Cura Italia, al dichiarato scopo di “agevolare la diffusione del lavoro agile”, “favorire la diffusione di servizi in rete e agevolare l’accesso agli stessi da parte di cittadini e imprese”, consente alle «amministrazioni aggiudicatrici», ovvero le amministrazioni dello Stato; gli enti pubblici territoriali; gli altri enti pubblici non economici; gli organismi di diritto pubblico; le associazioni, unioni, consorzi, comunque denominati, costituiti da detti soggetti, nonché alle autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per le società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, di acquistare sino al 31 dicembre 2020 beni e servizi informatici, preferibilmente basati sul modello “cloud SaaS” (software as a service), nonché “servizi di connettività”, proprio mediante la procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, di cui all’art. 63, comma 2, lett. c) del Codice appalti (D.lgs. n. 50/2016).

Sebbene il Codice degli appalti lasci liberi gli enti di scegliere la quantità di Imprese da invitare alla procedura negoziata, il Governo specifica che l’affidatario debba essere selezionato tra almeno quattro operatori economici, di cui almeno una «start-up innovativa» o una «piccola e media impresa innovativa», iscritta nell’apposita sezione speciale del registro delle imprese.

La previsione consente, quindi, di derogare alle disposizioni che, per gli acquisti ICT, prevedono l’obbligo di ricorrere a Consip o ad altre centrali di acquisto regionali e di eseguire autonomamente la procedura negoziata senza pubblicazione di bando di gara, in casi di estrema urgenza derivanti da eventi imprevedibili, fermo restando che gli acquisti in questione devono essere relativi a progetti coerenti con il Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione e, per quanto attiene agli interventi di sviluppo e implementazione dei sistemi informativi, occorre possibilmente prevedere l’integrazione con le piattaforme abilitanti (PagoPA, Anpr, Spid, accesso telematico).

Il Governo mira ad una rilevante velocizzazione anche dei tempi inerenti alla fase dopo la gara, prevedendo una massima semplificazione degli adempimenti per la stipula del contratto e l’introduzione di una importante eccezione all’obbligo di comprovare il possesso dei requisiti di legge dell’aggiudicatario, con cui potrà stipulare il contratto previa acquisizione da parte di quest’ultimo di una autocertificazione attestante il possesso dei requisiti generali, finanziari e tecnici, la regolarità del Durc e l’assenza di motivi di esclusione, secondo segnalazioni rilevabili dal Casellario Informatico di Anac, nonché previa verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dalle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al c.d. Codice Antimafia (D.lgs. 6 settembre 2011, n. 159). Il contratto viene immediatamente stipulato e avviato non appena conclusa la procedura, anche derogando ai termini di c.d. “stand still” previsti dall’articolo 32 del Codice Contratti pubblici.

La raccolta e sistematizzazione del fabbisogno è un elemento fondamentale nel processo di acquisto, sia nell’ordinario che nell’emergenza. In una situazione straordinaria, come quella che stiamo vivendo, il coordinamento tra le centrali regionali di acquisto, Consip e Protezione Civile diventa un requisito fondamentale per non creare inefficienza e disordine sul fronte della fornitura e sottoporre a ulteriore stress l’intera filiera.

Tra gli altri, il settore che maggiormente necessita e beneficia delle misure sopra descritte è quello dell’e-procurement in ambito sanitario.

In questi giorni, infatti, nell’ambito della filiera degli acquisti sanitari vengono ricercati prodotti di immediata disponibilità, ma che purtroppo non si riescono a reperire. Capita, inoltre, che molti operatori millantino consegne che, invero e molto spesso, non riescono a soddisfare. Favorire gli acquisti da parte delle Aziende Sanitarie diventa, quindi, essenziale, in una fase emergenziale, come quella attuale, in cui la tempestività di approvvigionamento è fondamentale.

Dal bisogno di dare una risposta tempestiva alle richieste di chi opera nell’emergenza del Coronavirus, lo scorso 25 marzo, ha preso avvio una nuova piattaforma di e-procurement, idealizzata e creata da F.A.R.E. – Federazione delle Associazioni degli Economi e dei Provveditori della sanità – e l’azienda Net4market-CSAmed, che trasforma le piccole giacenze in soluzioni emergenziali.

Si tratta di un portale, temporaneo e gratuito, di e-procurement, all’interno del quale gli enti di tutta Italia potranno verificare le disponibilità di stock, rese note da operatori economici del territorio, valutando così la possibilità di ottenere prodotti in reale giacenza di magazzino e con tempi di consegna celerissimi. Ai piccoli fornitori locali, non necessariamente del settore sanitario, spiega un comunicato, la piattaforma consentirà una visibilità ed una opportunità di vendita altrimenti non realizzabile.

E allora si osserva come le straordinarie contingenze emergenziali impongano una presa d’atto da parte della PA della necessità di un reale passaggio a modelli più evoluti di network governance, in cui la stessa Amministrazione rivesta il ruolo di coordinatore di una rete di attori e non più, com’era prima della emergenza Covid19, di mero erogatore intrappolato in procedure burocratiche, attente a preservare unicamente la forma sulla sostanza.

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