Da dove dobbiamo ricominciare? Quali sono gli insegnamenti della crisi? Quali dovrebbero essere le nostre principali preoccupazioni, quando ne usciremo? O è prematuro cominciare a interessarsene?
Questo è il momento nel quale gli utopisti possono diventare i veri realisti.
Un intellettuale oggi dimenticato, ma che ebbe un ruolo importante nella prima metà del secolo scorso, Giuseppe Antonio Borgese, scriveva sul Corriere della Sera del 27 febbraio 1951: “Non puoi essere certo che l’utopia, lasciata cadere, poniamo dagli utopisti, non sia raccolta all’impensata dal fatto che arriva, dal fato che passa“.
Continua a leggere l’intervista a Sabino Cassese pubblicata sul quotidiano il Foglio dello scorso 31 marzo.