Lo squilibrio prodottosi durante la pandemia ha due fonti.
La prima è congiunturale, e dipende dalla errata interpretazione governativa iniziale della materia su cui si interveniva. Si trattava e si tratta di profilassi internazionale, spettante interamente allo Stato. Questo non vuole dire che i terminali operativi non fossero le aziende regionali sanitarie, ma che queste dovevano agire in funzione di direttive nazionali.
La seconda fonte dello squilibrio è strutturale e sta nella diversa investitura dei vertici regionali rispetto a quello nazionale. I primi sono eletti direttamente e sono dotati di poteri di tipo “presidenzialistico”. Il secondo è quello proprio di un regime parlamentare puro, quindi debole. Debolezza accentuata dal carattere della coalizione governativa, episodica e casuale, e dalla inesperienza di molti membri del governo e dei loro staff.
Continua a leggere l’intervista a Sabino Cassese pubblicata lo scorso 2 giugno sul sito ilcaffèonline