I dati costituiscono un asset strategico per lo sviluppo del mercato ed un valido contributo per lo sviluppo di politiche pubbliche più efficaci e aderenti alle esigenze dei cittadini. Il recente Report “Bridging the data-policy gap in Africa”, elaborato da PARIS21 (Partnership in Statistics for Development in the 21st Century) e Mo Ibrahim Foundation (MIF) conferma la centralità dei dati per la modernizzazione dei processi decisionali e manifesta la necessità di predisporre un’appropriata data governance.
I dati costituiscono un asset strategico per lo sviluppo del mercato, ed un valido contributo per lo sviluppo di politiche pubbliche più efficaci e aderenti alle esigenze dei cittadini.
Il recente Report “Bridging the data-policy gap in Africa”, elaborato da PARIS21 (Partnership in Statistics for Development in the 21st Century) e Mo Ibrahim Foundation (MIF) conferma la centralità dei dati per la modernizzazione dei processi decisionali e la necessità di predisporre un’appropriata data governance.
L’analisi dei dati rappresenta una componente essenziale del processo decisionale: forniscono un presupposto indispensabile per progettare politiche aderenti alle esigenze dei cittadini, per monitorare i risultati conseguiti e tenerne conto.
Le tecnologie emergenti e la diffusione delle comunicazioni digitali e mobili in Africa costituiscono l’occasione per favorire l’acquisizione, l’immagazzinamento e la gestione di una massa critica di dati considerevole, utile per lo sviluppo sostenibile.
L’emergenza sanitaria, tuttavia, ha accentuato le gravi criticità strutturali ed organizzative, connesse all’acquisizione dei dati e alla gestione dei datasets. In particolare, sono state rilevate carenze significative di dati relativi alla salute e all’anagrafica dei cittadini, che hanno impedito ogni proficua attività di monitoraggio e di decisione strategica.
Per tali ragioni, il Report congiunto mira a tracciare una roadmap, sia per i governi che per i sistemi statistici nazionali, per colmare il divario nelle politiche dei dati e superare i principali fattori di arretratezza digitale in Africa.
Colmare il divario tra dati e politiche costituisce una priorità chiave per l’Africa, poiché il continente è impegnato per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’Agenda 2030 e dell’Agenda 2063, ma anche per garantire che le politiche rispondano ai bisogni e alle aspettative dei cittadini.
Il Report si articola in quattro capitoli:
- Il primo capitolo “The data-policy gap in Africa: low capacity but increasing expectations” introduce le carenze della data – policy e i fattori destinati ad aggravare questo divario.
- Il secondo capitolo “Strengthening data supply: recommendations for national statistical systems” si concentra sul versante della fornitura di dati, offrendo tre raccomandazioni per i National Statistical Offices (NSO) e un’analisi approfondita delle sfide per il raggiungimento della capacità statistica ottimale in Africa;
- Il terzo capitolo “Boosting data demand: recommendations for policymakers” si concentra sul lato della domanda di dati, offrendo tre ulteriori raccomandazioni per i governi nazionali, oltre ad analizzare le sfide per migliorare l’uso dei dati coinvolti nel processo decisionale nell’intero continente;
- Infine, il quarto capitolo “A roadmap for embracing new approaches to capacity development” ricongiunge queste raccomandazioni in una tabella di marcia suggerita per coniugare dati e politiche pubbliche.
Nel complesso, a fronte dell’incremento del volume e della reperibilità dei dati, la capacità statistica rimane critica, anche in ragione dell’assenza di appropriate competenze digitali: infatti, soltanto dodici paesi hanno piani statistici nazionali conformi ai Principi fondamentali della statistica ufficiale elaborati dalle Nazioni Unite.
L’impiego dell’analisi dei dati a supporto delle politiche pubbliche richiede una solida costruzione dell’ecosistema digitale.
In tale ottica, risultano interessanti le esperienze maturate in Senegal (pag. 21) per lo sviluppo di più elevate competenze digitali per i tecnici chiamati ad interpretare i dati e, più in generale, per incentivare percorsi di studi mirati.
In particolare, l’Ufficio nazionale di statistica (l’Agence Nationale de la Statistique et de la Démographie) in Senegal ha istituito un proprio istituto di istruzione superiore (École Nationale de la Statistique et de l’Analyse Economique – ENSAE) per educare e formare contemporaneamente gli attuali e i futuri dipendenti.
La costruzione dell’ecosistema digitale richiede ulteriori riflessioni sulla data governance. In particolare, occorre garantire l’uniforme applicazione degli standard in materia di protezione dati, nonché soluzioni e condizioni concertate per la condivisione dei dati e per il loro riuso.
Infine, alla formazione di nuove figure tecnico – informatiche deve specularmente giustapporsi un percorso di alfabetizzazione informatica ed uso consapevole dei dati per il decisore politico, per garantire la legittimità delle decisioni.
L’impiego dei dati nelle politiche pubbliche richiede nuovi standard di trasparenza e qualità dei dati, per evitare che le decisioni possano essere discriminatorie, sproporzionate o abnormi.
Per tali ragioni, il Report tratteggia un percorso di politiche, volte a garantire la corretta data governance, articolato in sei punti:
- Creating a statistical capacity strategy to raise funds
- Connecting to knowledge banks to hire and retain talent
- Building good narratives for better data use
- Recognising the power of foundational data
- Strengthening statistical laws to harness the data revolution
- Encouraging data use in policy design and implementation
In conclusione, il Report carpisce, al pari dei recenti approdi europei (si pensi, ad esempio, alla Proposal for a Data Governance act) il valore dei dati nelle politiche pubbliche, nonché l’importanza di politiche trasversali di data governance, coniuganti l’interoperabilità, la qualità dei datasets e la tutela dei diritti fondamentali.
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