Torniamo alla normalità, ma non abbassiamo le difese.
Fermiamoci e adoperiamo gli strumenti ordinari, senza dimenticare i pericoli, questo l’invito dei giuristi all’incontro tenuto il 27 luglio scorso al Senato, per iniziativa dell’onorevole Sgarbi e del senatore Siri.
Ero uno dei relatori da remoto all’incontro che ha suscitato interesse più per le mascherine del senatore Salvini che per gli argomenti. Accade di frequente nel nostro Paese. Così come è frequente l’attaccamento agli strumenti eccezionali.
Protrarre lo stato di emergenza costituisce una forzatura, sia illegittima, sia inopportuna.
Illegittima perché dichiarare lo stato di emergenza quando un’emergenza non c’è, vuol dire adottare un atto amministrativo carente del suo presupposto.
Inopportuna perché produce tensioni invece di invitare alla normalità, con gravi conseguenze per l’economia.
Inoltre, è anche sproporzionata, perché per acquistare i banchi monoposto e le mascherine per le scuole — queste le motivazioni addotte per spiegare la proroga dell’emergenza — vi sono procedure urgenti, previste dalle norme esistenti. Infine, qualora veramente si presentasse una situazione di emergenza, che richiede interventi rapidi, in non più di un’ora si potrebbe riunire il Consiglio dei ministri, a cui spetta la dichiarazione dello stato di emergenza.
Continua a leggere l’intervento di Sabino Cassese pubblicato sul Corriere della sera del 29 luglio.