Stato e popolo nella storia italiana

di Sabino Cassese
Abstract

L’articolo ricostruisce i difficili rapporti tra Stato e popolo nel corso della storia italiana, con riguardo a due aspetti: la legislazione elettorale, perché definisce il perimetro di coloro che sono ammessi a scegliere i governanti e stabilisce in che modo il loro voto va calcolato; la disciplina della libertà di associazione, perché delimita l’ambito di autonomia lasciato alla società civile nell’organizzarsi, anche allo scopo di concorrere alla formazione della volontà statale. Quanto al primo aspetto, in un secolo e mezzo, l’Italia ha sperimentato dodici diverse leggi elettorali, segno di una instabilità del rapporto classi dirigenti-società. La vicenda della libertà di associazione, invece, non viene garantita nell’Italia monarchica, ma solo nell’età repubblicana; e la legislazione relativa è molto contorta. In conclusione, l’incertezza della disciplina elettorale e la lenta affermazione di una disciplina prima legislativa, poi costituzionale dell’associazionismo (i criteri di determinazione dei modi di formazione della volontà popolare sempre incerti, perché modificati; l’associazionismo divenuto libero solo cent’anni dopo l’unificazione) sono sintomi della lenta e faticosa determinazione dell’equilibrio tra Stato e popolo nel corso della vita italiana unitaria.