Partendo dalla attuale e generale situazione di crisi dei principi di legalità, di certezza giuridica e di separazione dei poteri, che caratterizza ormai il nostro ordinamento giuridico, in generale, ed il diritto amministrativo, in particolare, e tenendo sullo sfondo la costante oscillazione tra la «forma» e la «sostanza» e la demarcazione tra irregolarità ed illegalità praticabili nel regime di validità dei provvedimenti amministrativi, l’articolo dimostra, attraverso l’analisi giurisprudenziale dei vizi che possono colpire la c.d. «motivazione in diritto» del provvedimento amministrativo discrezionale (omissione, errore e perplessità nel richiamo a norme giuridiche nel corpo del provvedimento), come la tendenza del giudice amministrativo italiano vada nel senso di un superamento dei confini positivamente sanciti dall’art. 21-octies, comma 2 della l. 7 agosto 1990, n. 241, al limite dell’eccesso di potere giurisdizionale.
Riflessioni sulla «motivazione in diritto» del provvedimento amministrativo
di Marzia De Donno
Abstract