Modelli di coordinamento della vigilanza bancaria

di Marco Macchia
Abstract

Con l’avvio del «Single Supervisory Mechanism» sono stati trasferiti alla Banca centrale europea i poteri di vigilanza prudenziale sui principali enti creditizi operanti negli Stati dell’eurozona. Ma al tramonto del monopolio nazionale della vigilanza non è seguita la fine dell’ambito di intervento delle autorità nazionali, ma semplicemente quest’ultimo ha mutato forma. Il coordinamento con le banche centrali domestiche è divenuto un’esigenza imprescindibile. L’articolo esamina le morfologie di coordinamento, suddividendole in quattro modalità, e le compara con quelle proprie del «Single Resolution Mechanism». In generale, tanti controllori possono produrre un sistema fragile, di cui gli operatori possono beneficiare sfruttando a proprio vantaggio conflitti di regolazione. Nella vigilanza bancaria la ricerca dimostra che sussiste un’impossibilità funzionale per un’amministrazione sovranazionale di esercitare questa funzione in via esclusiva, non solo in via di fatto, ma anche considerate le caratteristiche genetiche del diritto amministrativo europeo. La BCE, operando secondo un «single authority model» temperato da stabili meccanismi di coordinamento, si fa garante di uno strumento che permette di contemperare il decentramento delle competenze a livello nazionale con l’esigenza di unitarietà della regolazione europea.