Massimo Severo Giannini costituzionalista

di Cesare Pinelli
Abstract

Di «Massimo Severo Giannini costituzionalista» si può parlare quale giurista e quale protagonista della politica costituzionale nel corso di svariati decenni dell’esperienza repubblicana. Tenuto conto dell’ampiezza potenzialmente dischiusa da queste due prospettive di indagine, l’autore ha scelto di limitare la ricerca alla questione di come Giannini concepiva il rapporto fra Costituzione e diritto costituzionale, con le implicazioni che ne trasse e con quelle che possono trarne i costituzionalisti. Da tale ricerca risulta che Giannini seguì il suo Maestro Santi Romano nell’intendere la Costituzione come testo scritto e il diritto costituzionale come disciplina concernente l’intero studio dello Stato. Tuttavia, mentre Romano mirava così a difendere l’opinione del carattere fondante dell’antica versione della sovranità dello Stato rispetto a qualsiasi testo costituzionale, Giannini, che aveva egli stesso contribuito alla stesura della Costituzione del 1948, cercò attraverso quella distinzione di mostrare come lo studio delle trasformazioni dello Stato era cruciale per la comprensione non solo del diritto costituzionale ma anche del significato effettivo della Costituzione.