Il principio di separazione tra politica e amministrazione costituisce la risultante di principi costituzionali tra loro contrastanti (quali quelli consacrati dagli artt. 95 e 97 Cost.) e la loro composizione, in assenza di un modello costituzionale di amministrazione, è stata affidata a strutturazioni che non si sono rivelate stabili alla prova dell’esperienza. Il saggio muove da questa premessa, esaminando gli svolgimenti legislativi della separazione funzionale e di quella strutturale, per ricavarne un quadro di sostanziale compenetrazione tra scelte di indirizzo e di gestione, che sacrifica la seconda in nome del primo (come nel caso delle agenzie fiscali) ma anche il primo in nome della seconda (come nel caso della Presidenza del Consiglio dei ministri). A fronte di questo quadro, la rivalutazione delle istanze connesse alla separazione richiede non solo di schermare l’amministrazione dall’invadenza della politica, ma di riservare a quest’ultima strumenti e condizioni per un effettivo esercizio di scelte di indirizzo sugli apparati amministrativi, così da scongiurare il consolidarsi del modello attuale, caratterizzato da uno «scambio di debolezze» tra decisore politico e corpi burocratici.
La tensione essenziale. Governo, amministrazione e separazione dei poteri
di Giorgio Repetto