L’ordinamento giuridico italiano è carente di una nozione di emergenza, ancorché la Costituzione richiami concetti che in prima battuta possano ritenersi affini, come l’urgenza, l’eccezione, la necessità e la straordinarietà. Nel frammentato panorama normativo in materia, il potere d’emergenza è affidato di sovente alla figura straordinaria del commissario che ha il compito di dirigere e gestire le molteplici circostanze contingenti. Si tratta, invero, di un istituto connotato dalla provvisorietà e dalla temporaneità, in relazione alla durata limitata dello stato emergenziale. L’obiettivo dell’articolo è dunque di esaminare le ripercussioni scaturenti dal consolidamento, dovuto alle continue proroghe dello stato d’emergenza, del modello commissariale derogatorio del diritto ordinario, nonché dal costante ricorso all’amministrazione commissariale per fronteggiare ciò che non è strettamente emergenziale.
I problemi aperti dalla stabilizzazione del paradigma commissariale
di Marco Bevilacqua