Discrezionalità e accountability delle agenzie statunitensi

di Andrea Averardi
Abstract

Nei casi «Michigan et al. v. Environmental Protection Agency (Epa)» e «Perez Secretary of Labor v. Mortgage Bankers Association (Mba)», la Corte Suprema americana ha affrontato due importanti questioni specifiche. La prima, relativa al peso da attribuire all’analisi costi-benefici, quale strumento per giungere a una regolazione che sia «appropriate and necessary». La seconda, riguardante i limiti al ricorso alla procedura del «notice-and-comment » nell’adozione di «interpretative rules» da parte delle agenzie amministrative. Comuni, tuttavia, sono i problemi sistemici che si sono posti all’attenzione della Corte, la quale, sebbene indirettamente, è ritornata a occuparsi di aspetti fondamentali del diritto amministrativo statunitense: tra tutti, l’interpretazione del «delegation model» e della «judicial deference», l’individuazione dei caratteri della ragionevolezza delle decisioni amministrative e dell’«accountability» delle agenzie. Nel contributo si ricostruiscono i profili critici di ciascuna decisione e si evidenzia la logica comune di queste, in particolare quanto all’interpretazione della c.d. «Chevron doctrine» e all’estensione della «deference » da accordare alle agenzie.