Quello del centocinquantenario è stato, anche per le pubbliche amministrazioni, un anno segnato dalla crisi economica e dall’instabilità istituzionale. L’esigenza di porre rimedio agli squilibri nella finanza pubblica ha indotto a operare ben tre manovre finanziarie con decretazione d’urgenza (le ultime due del governo Berlusconi, la prima del governo Monti), oltre alla legge di stabilitàe a un ulteriore complesso intervento normativo operato per decreto-legge. La finanza è stata quindi, ancora più che nel recente passato, il motore delle riforme e degli assestamenti amministrativi. Non si sono registrate grandi riforme legislative, iniziative governative o svolte giurisprudenziali, ma molti aggiustamenti normativi e applicativi. Le misure introdotte dal legislatore, per lo più in una logica emergenziale, hanno risentito dell’esigenza di ottenere risultati finanziari immediati, senza un’adeguata preparazione e valutazione di impatto. Per quanto riguarda gli interventi sull’organizzazione amministrativa e sul personale, nonostante l’enunciata intenzione di procedere a interventi mirati e selettivi, hanno continuato a dominare i tagli lineari e le previsioni trasversali. La stessa logica ha caratterizzato interventi normativi di taglio generale volti alla semplificazione e liberalizzazione, in realtà poco innovativi e così generici da essere destinati a rimanere inapplicati. In assenza di grandi riforme, è proseguito il processo di attuazione di alcune delle principali innovazioni degli anni precedenti.
Cronache amministrative 2011
di Diego Agus et al.
Abstract