Sui Mondiali di Calcio in Qatar vi sarebbe a lungo di che parlare, iniziando dalla violazione dei diritti umani e dalla discriminazione nei confronti della comunità LGBT da parte delle autorità qatariote. Come se ciò non bastasse, tuttavia, in una recente inchiesta condotta da giornalisti norvegesi si è evidenziato il rischio che il Governo del Qatar stia mettendo in atto operazioni di sorveglianza di massa grazie all’utilizzo di applicazioni smartphone consigliate anche ai turisti per la partecipazione alla World Cup 2022.
Ancora una volta, app pensate in occasione di incontri importanti e in grado di attirare un elevato numero di persone, così come avvenuto per la COP27 in Egitto, sembrano costituire fonte di pericolo per l’utenza e un rischio per la democrazia.
Si tratta in particolare di due applicazioni per dispositivi mobili: Ehteraz (letteralmente “precauzione” in arabo), pensata per il tracciamento dei contagi da Covid19 in Qatar, e Hayya, l’applicazione creata appositamente per i tifosi della World Cup 2022, necessaria per l’accesso agli stadi e il monitoraggio delle partite.
I dubbi sollevati in merito sono principalmente collegati alla tutela della privacy degli utenti, poiché trattasi di app potenzialmente capaci di essere utilizzate a scopi di sorveglianza di massa.
Nello specifico, secondo un’inchiesta condotta dalla Norwegian Broadcasting Corporation – NRK, è emerso come entrambe le applicazioni siano estremamente intrusive.
L’utilizzo di Ehteraz, per esempio, richiede un consenso per certi versi generalizzato dell’utente allo svolgimento di talune attività, quali l’accesso ai contenuti del dispositivo, con la possibilità di cancellare o sovrascrivere gli stessi, così come alla geolocalizzazione, e la possibilità di attivare il collegamento a reti Wi-Fi e a Bluetooth. È emerso inoltre come Ehteraz sia in grado di interrompere la modalità “non disturbare” del dispositivo, effettuare chiamate e disabilitare il blocco schermo. Al contempo, Hayya, pur non presentando lo stesso grado di intrusività della prima, costituisce comunque un pericolo per la privacy in quanto, oltre a consentire senza particolari restrizioni l’accesso alle informazioni contenute nel dispositivo, comunica la localizzazione dell’utente e consente l’accesso alle informazioni relative ai contatti contenute nello smartphone. In poche parole, tramite questa applicazione, sarebbe possibile conoscere dove e in compagnia di chi si trova l’utente, ben potendo gli smartphone comunicare tra loro tramite tecnologia Bluetooth.
I dubbi circa la pericolosità e intrusività di Ehteraz non sono certo nuovi e risalgono a quando nel 2020, in piena pandemia, il Governo del Qatar aveva reso obbligatorio l’uso della stessa.
Ai tempi, la stessa app oggetto di un’inchiesta condotta da Amnesty International, nella quale erano state segnalate gravi debolezze sotto il profilo della cybersecurity. Secondo la ONG, infatti, l’app si prestava ad attacchi hacker con i quali era possibile entrare in possesso di dati sensibili degli utenti. Diversi dubbi erano stati sollevati anche in merito alle pesanti sanzioni collegate alla mancata installazione di Ehteraz, punita con una multa molto severa (fino a 55.000 dollari) o con una pena fino a tre anni di reclusione. In altri termini, rischi di sicurezza e incisione sulla libertà personale molto diversi da quelli segnalati con riferimento ad altre app di tracciamento del contagio da Covid 19 (ne abbiamo parlato QUI).
Nonostante l’inchiesta di Amnesty International sia stata seguita da alcune rassicurazioni da parte del Governo del Qatar, così come riportato dalla stessa ONG, non si è mai avuto modo di comprendere se i dubbi in merito alla sicurezza e solidità dell’app siano stati effettivamente risolti.
Oggi, tuttavia, il report dell’agenzia norvegese NRK sembra mettere in luce altre e più gravi problematiche, in quanto tanto Ehteraz quanto Hayya presentano termini contrattuali poco chiari e precisi, consegnando così nelle mani dei gestori l’abilità di leggere e controllare informazioni del dispositivo, così come cambiarle, controllare la rete delle conoscenze individuali dell’utente e accedere in tempo reale alla sua posizione, magari disattivando la modalità aereo.
Questi dubbi, non risolti né dalle autorità del Qatar, né tanto meno da FIFA, debitamente informata dei rischi, nascono in un contesto di incertezza in merito alla obbligatorietà della installazione delle suddette applicazioni.
Come si legge nell’articolo riportato da NRK, diversi media qaterioti hanno segnalato come il download delle app non fosse obbligatorio. Tuttavia, è evidente come, per un verso, Hayya costituisca l’unico modo per mostrare l’acquisto dei biglietti della partita e accedere dunque allo stadio, mentre il download di Ehtheraz, così come si legge nella Qatar Travel and Return Policy in vigore dal 1° novembre 2022, costituisce tutt’oggi requisito necessario per accedere a strutture mediche pubbliche e private.
Le perplessità su tali app sono state espresse anche dalla Commissione Federale tedesca per la protezione dei dati personali che, sulla scorta dei diversi aspetti problematici di Hayya ed Ehteraz, ha raccomandato a chi si trova in Qatar di installare le app “solo se assolutamente necessario” e di utilizzare possibilmente un dispositivo diverso soltanto per le due app, evitando di condividere altri dati personali, quali numeri di telefono, immagini o audio.
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