Il diritto straniero nella giurisprudenza costituzionale: metodi «forte» e «debole» a confronto

di Andrea Lollini
Abstract

Lo studio indaga comparativamente le strutture di ragionamento giuridico in cui giudici costituzionali di paesi diversi ricorrono a materiali giuridici stranieri nell’applicazione delle rispettive disposizioni costituzionali. L’articolo, proponendo l’analisi di una selezione di casi emblematici, avanza l’ipotesi che stiano emergendo, nella sfera giuridica globale, due distinte modalità contrapposte denominate “modalità forte” e “modalità debole”. Nella prima, le informazioni giuridiche straniere vengono utilizzate in forma assiomatica, ovvero alla stregua di rationes extra-sistemiche applicabili nell’ordinamento giuridico nazionale. Nella seconda, i giudici costituzionali, pur ricorrendo a materiali giuridici stranieri, se ne distanziano argomentando le ragioni della non applicabilità. Nella modalità “forte” le “foreign law” tendono ad assumere la valenza di regole generate dal giudice tramite l’osservazione di costruzioni giuridiche straniere. Nella modalità “debole”, le informazioni giuridiche straniere tendono ad assumere la valenza di exempla, ovvero mere ipotesi interpretative, introducendo un’ermeneutica per esemplificazione. I due modellidenotano modalità di pensiero contrapposte. L’articolo indaga i cortocircuiti giuridici innescati dal primo e le proprietà ermeneutiche del secondo.