Nel panorama della manualistica del diritto amministrativo, il testo di Bernardo Mattarella si segnala perché offre una selezione ragionata dei fondamentali contenuti della disciplina in un linguaggio chiaro, accessibile anche al lettore non esperto, al quale l’opera è primariamente diretta (con riguardo agli insegnamenti universitari il testo sembra prestarsi, in particolare, a essere efficacemente utilizzato nelle facoltà non giuridiche).
La selezione dei temi segue uno schema che, pur abbracciando le principali aree tematiche della disciplina (fonti, articolazione delle amministrazioni, personale, poteri, responsabilità, uffici, beni, entrate e spese, attività, contratti, procedimenti e provvedimenti, giudici) denuncia uno sguardo ‘‘nuovo’’ a quegli stessi temi: il tema del «perimetro dell’amministrazione» (cap. IV) assume una rilevanza autonoma e ulteriore rispetto alla disamina dei contenuti del diritto amministrativo (cap. II) e delle sue fonti (cap. III); politici e cittadini sono accomunati, quali «padroni dell’amministrazione», in un capitolo dedicato al controllo politico e alla democrazia amministrativa (cap. VI); il capitolo sull’etica dell’amministrazione (cap. VIII) ha uno spazio pari a quello sulla disciplina del personale, identificato con il titolo «gli uomini dell’amministrazione» (cap. VII); il tema delle situazioni soggettive viene spogliato dalle contaminazioni privatistiche e asciugato intorno a «i poteri e gli obblighi dell’amministrazione» (cap. IX); i provvedimenti, portatori di un simulacro di autorità, cedono il passo alle «decisioni dell’amministrazione» (cap. XVII) e ai «tipi di decisione» (cap. XVIII); non della classica ‘‘giustizia amministrativa’’ si tratta nel capitolo XIX, quanto piuttosto de «i giudici dell’amministrazione». Alla storia dell’amministrazione viene poi fatto riferimento, in modo originale, non in principio ma nel capitolo conclusivo del volume contenente anche il richiamo alla Costituzione, alla sua attuazione e alle riforme amministrative degli ultimi decenni.
Nella sua essenzialità, il manuale sembra rivendicare la specialità di una disciplina che non ha più bisogno di confrontarsi con il diritto ‘‘comune’’, e che non ha timore nel riproporre la centralità della pubblica amministrazione; «amministrazione» alla quale tutti i titoli dei capitoli si riferiscono espressamente, denunciando una non sotterranea aspirazione dell’a. a svincolarsi da categorizzazioni generalmente condivise ma, per certi aspetti, ormai obsolete. (Mauro Renna)
Pubblicata in Giornale di diritto amministrativo, n. 11/2011