Profili della regolazione nelle comunicazioni elettroniche

La ricerca ha affrontato i temi della pluralizzazione dei centri nazionali e sovranazionali di regolazione nelle comunicazioni elettroniche e dei riflessi che ne scaturiscono per le imprese. In particolare, i principali problemi concernono l’incertezza del quadro regolatorio, le difficoltà nell’individuazione del corretto referente istituzionale, la “concorrenza” tra regolatori e il conseguente incremento dei vincoli pubblicistici, il cattivo funzionamento dei meccanismi sovranazionali volti a conferire unità alla regolazione su scala europea.

L’indagine si è concentrata, in particolare, su tre profili: il decentramento amministrativo e i rapporti tra i centri infranazionali di regolazione; i rapporti tra l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato; i rapporti tra i regolatori nazionali e i regolatori sovranazionali.

Innanzitutto, la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione ha inciso anche sulle competenze regolatorie delle Regioni nelle comunicazioni elettroniche, dal momento che “l’ordinamento della comunicazione” è assoggettato ad una potestà concorrente tra Stato e Regioni. Ne è scaturita una tendenza delle autonomie regionali a rivendicare un ruolo nella funzione regolatoria, per la quale però sarebbe preferibile l’unità piuttosto che la differenziazione. Discendendo dalla questione generale ad un profilo concreto, si è cercato di approfondire l’organizzazione e il funzionamento dei Comitati regionali per le comunicazioni – Co.re.com e i loro rapporti con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

In secondo luogo, il nuovo quadro normativo impone all’Agcom di utilizzare metodi e strumenti d’analisi tratti dal diritto e dalla giurisprudenza antitrust per individuare gli organismi di comunicazione elettronica aventi “significativo potere di mercato”. Viene così in primo piano la necessità di coordinamento e cooperazione tra l’Autorità di regolazione e l’Autorità antitrust.

Un ultimo profilo attiene alla dislocazione multi-livello delle competenze regolatorie, ora affidate tanto alla Commissione europea quanto, prima, al Gruppo europeo dei regolatori – Erg e, ora, al Berec. A questa ripartizione delle attribuzioni è riconducibile l’esigenza di istituire raccordi funzionali, aventi l’obiettivo di assicurare, nell’ordinamento comunitario, un elevato grado di coerenza nelle misure di applicazione, in modo la pluralità istituzionale, composta dalle autorità nazionali, non pregiudichi la realizzazione di un mercato interno realmente integrato.

La ricerca è stata finanziata da Telecom Italia. Il gruppo di ricerca è stato coordinato da Lorenzo Saltari.

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